E addio all'educazione

Tempo di pagelle, poveri prof I genitori sono passati alle mani

Tempo di pagelle, poveri prof I genitori sono passati alle mani
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Tempo di pagelle, tempo ad alto rischio. Non per quei ragazzi che sono sul filo di rasoio tra bocciatura e promozione. Il rischio ora si è spostato sui professori. Quest’anno infatti si sono contati 60 episodi di violenza da parte di genitori che, visti i voti del figlio o della figlia, non si sono limitati a discuterne a voce ma hanno anche alzato le mani. Agli studenti bulli ora si sono aggiunti anche i genitori maneschi.

Gli episodi di violenza da parte dei genitori. In questi giorni le cronache raccontano un episodio dopo l’altro. L’anno cominciato era cominciato male con l’episodio dei due genitori di Avola che avevano picchiato il prof di educazione fisica delle medie reo di aver rimproverato il figlio dodicenne a lezione. A Roma il padre di una studentessa 14enne, allieva di terza media, si era fatto convincere dalla figlia che l’insegnante l’aveva picchiata. L’uomo è andato a scuola e ha colpito il docente con un pugno. A Foggia un preside è stato aggredito dal padre di un allievo che era stato rimproverato per spingeva compagni per le scale.

 

 

Ma i fatti più gravi sono quelli di questi ultimi giorni, perché sono stati i giorni delle rese dei conti, con la consegna delle pagelle e dei risultati dell’anno scolastico. A Roma all’istituto tecnico Di Vittorio-Lattanzio un padre di origine albanese ma con cittadinanza italiana quando ha visto la sfilza di 4 sulla pagella del figlio ha perso il controllo e ha iniziato a insultare la coordinatrice scolastica e il dirigente scolastico. A farne le spese è stato il giovane prof di disegno, Umberto Gelvi, che tentando di riportarlo alla calma si è preso un pugno in faccia. E con il pugno otto giorni di prognosi per trauma cranico.

Altro episodio recente quella alla scuola media di Caselle di Selvazzano, in provincia di Padova. Qui la professoressa Francesca Redaelli, 60 anni, insegnante di inglese alle medie Albinoni è stata aggredita dalla madre di un alunno. Aveva chiesto che il figlio potesse essere interrogato il penultimo giorno di scuola per salvare la media. Di fronte al no della professoressa la donna ha perso le staffe e l’ha colpita sul volto. Risultato: il figlio è stato bocciato, la prof non ha potuto presenziare agli esami, gli altri ragazzi della scuola sono rimasti traumatizzati da quanto accaduto.

 

 

Analisi del fenomeno. È un fenomeno che va di pari passi con il dilagare del bullismo, e anzi in certo senso lo spiega. «Ai genitori maneschi interessa il voto, mica il livello di preparazione», ha scritto Massimo Gramellini. «Non se la prendono con i maestri scarsi, ma con quelli severi. Docenti picchiati? Ecco un’emergenza che, provenendo dall’interno, non spaventa nessuno. Il genitore che lo picchia non si sente un carnefice, ma una vittima, forse un giustiziere. Di questo passo per insegnare nelle scuole italiane servirà una laurea in arti marziali».

I genitori dalle mani calde è bene che si ricordino che il professore, nel momento in cui esercita la sua funzione, e cioè quando si trova a scuola, è un pubblico ufficiale a tutti gli effetti. Lo ha ribadito anche la Corte di Cassazione: l’insegnante di scuola media nell’esercizio delle sue funzioni non è solo quello che tiene le lezioni, ma va esteso «alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi» riconoscendo tutti gli elementi del reato di oltraggio a pubblico ufficiale a carico di un genitore.

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