La sentenza

Tentò di strangolare una 22enne in via Bonomelli, assolta perché incapace di intendere e volere

La 36enne è stata ritenuta affetta da disturbo delirante da persecuzione. Per almeno due anni dovrà stare in una Rems. Aveva già aggredito altre due donne

Tentò di strangolare una 22enne in via Bonomelli, assolta perché incapace di intendere e volere
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Che la donna, di 36 anni, vivesse una situazione di profondo disagio era abbastanza chiaro, ma ora c'è anche una perizia medico psichiatrica ad appurarlo e a ritenerla incapace di intendere e volere. Per questo è stata assolta dopo che, il 19 maggio, aveva sorpreso alle spalle una ragazza, in via Bonomelli a Bergamo, mettendole un laccio attorno al collo e tentando di strangolarla.

Andrà per almeno due anni in una Rems

L'imputata, originaria di San Benedetto del Tronto e con precedenti per furto, ricettazione e oltraggio a pubblico ufficiale, ha ascoltato la sentenza oggi, martedì 10 giugno, in un'aula del Tribunale cittadino.

L'assoluzione è la conseguenza della non imputabilità legata all'appurata condizione di totale incapacità di intendere e volere in quanto affetta da disturbo delirante da persecuzione. Proprio per questa sua condizione, la giudice Donatella Nava ha però previsto per lei il ricovero di sicurezza in una Rems per almeno due anni. Successivamente, verrà fatta una nuova valutazione.

La terribile aggressione e i precedenti

Come detto, l'aggressione per la quale la donna era imputata risale a un mese fa circa. Quella mattina, all'improvviso e senza alcun motivo, la 36enne era "saltata addosso" a una studentessa dell'Università di 22 anni che stava percorrendo via Bonomelli, stringendo attorno al collo della giovane un laccio.

La ragazza, cercando di divincolarsi dalla violenta presa, s'era gettata in strada per chiedere aiuto, finendo praticamente sul cofano di una vettura di passaggio. Quell'estremo tentativo, di fatto, l'ha salvata, perché solo così qualcuno è intervenuto ed è riuscito a interrompere la presa della 36enne. Questa è stata individuato poco dopo dalle forze dell'ordine e, in Questura, riconosciuta in quanto autrice dell'aggressione dalla vittima.

Non solo, anche altre due donne l'hanno indicata come autrice di aggressioni nei loro confronti, avvenute pochi giorni prima (il 16 maggio) e il 26 febbraio.

L'uso di droghe

Nelle precedenti udienze, l'imputata aveva provato a spiegare il proprio gesto dicendo di trovarsi in una situazione di sconforto e tristezza a causa di un rapporto complicato con una ragazza (che non c'entra nulla con la faccenda) e di un sistema che, a suo parere, opprime e si prende gioco delle persone. Sentendosi virtualmente un laccio attorno al collo, avrebbe voluto replicare quella situazione nei confronti di un'altra persona.

Nell'udienza di oggi ha invece provato a convincere la giudice a non mandarla in una Rems, affermando di essere ricaduta nell'uso di droghe dopo un lungo periodo di astinenza e di aver quindi bisogno di andare in una comunità di recupero.

Commenti
Andrea

Quindi se non ho capito male: soggetto incapace di intendere e volere che non può pagare un risarcimento alla vittima, che poi viene ospitata per un lasso di tempo discutibile in una rems a spese dei cittadini e che una volta uscita potrà reiterare, visto che già recidiva, il reato. Probabilmente qua bisogna trovare l'intruso che in quanto tale però è fuggito. È proprio la giustizia ad essere scappata.

sandro

Ok, quindi 2 anni in una rems, (ma ci scommetto a malapena uno) e poi potra tornare rifocillata a tentare di uccidere qualcuno a caso. Siccome aveva già tentato di farlo, si può inquadrare come serial killer potenziale. Giustizia da riformare dalla base.

Il Fustigatore

Solidarietà alla vittima, per il resto: no comment…

Luca

Soggetto pericolosissimo, da mettere in comunità a vita. Se lasciato libero, ammazzerà di sicuro. Pubblicate almeno una foto di sta pazza, così gli si gira lontano minimo un metro. grazie

Francesco Giuseppe

Laùr dé macc.

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