Le atrocità di chi combatte Isis che fanno inorridire anche gli Usa

Istantanee da Tikrit, dove l'Isis cede terreno all'esercito iracheno, ma violenze e atrocità s'alternano da una parte all'altra del fronte. Anzitutto, trova sempre più conferme la notizia che i miliziani dello Stato Islamico hanno utilizzano armi non convenzionali, tra cu il gas clorino per rallentare l'avanzata dei lealisti, che però contano di poter liberare la città natale di Saddam nel giro di tre giorni. Ormai in centro città sono rimaste poche centinaia di miliziani, nelle strade e per le case ormai si combatte per dare la caccia al jihadista in un tripudio di violenza che mette sullo stesso piano le milizie irachene ai tagliagole dell’Isis.
Si combatte nella zona dei palazzi. I combattimenti più intensi sono presso i quartieri amministrativi del governatorato, dove molti jihadisti hanno occupato il vasto complesso di palazzi presidenziali costruiti dall’ex dittatore iracheno Saddam Hussein, all'epoca sfruttati come quartier generale dall'ex-Rais. Il portavoce tribale della provincia di Salaheddin, Marwan alJabara ha dichiarato alla tv alArabiya che «decine di miliziani dell'Isis sono rimasti uccisi».
Le atrocità degli iracheni. E mentre Tikrit viene liberata, si conoscono le atrocità che, a quanto documentato, avrebbero commesso militari iracheni: decapitazioni, esecuzioni sommarie, torture. Non solo contro gli jihadisti sconfitti, nei confronti dei quali viene applicata una sorta di legge del taglione, ma anche contro i civili. Sui social media nei giorni scorsi sono state pubblicate immagini molto crude, come quella del militare iracheno che orgoglioso si erge su due teste mozzate. Anche il Pentagono, che avrebbe addestrato questi militari iracheni, ha confermato di essere al corrente delle accuse mosse ai miliziani iracheni e ha già congelato finanziamenti e assistenza alle unità che si sono macchiate di questi crimini di guerra.
Immagini inquietanti. L’emittente televisiva Abc News riferisce di essere in possesso di immagini definite “inquietanti”, quali torture, esecuzioni di massa, teste mozzate utilizzate come trofei e cadaveri trascinati dagli Humvee (veicoli militari) delle truppe chiamate dai soldati USA come “Le Sporche Brigate”. I leader miliziani sciiti che combattono con le truppe irachene hanno detto che l'offensiva su Tikrit garantisce loro la possibilità di vendicare la morte degli sciiti uccisi dall’Isis. Associazioni come Amnesty International e Human Rights Watch sostengono si tratti di palesi violazioni di diritti umani e di crimini di guerra. Qualcuno obietta che potrebbe trattarsi di una messinscena dello Stato Islamico, ma ormai c’è il timore diffuso che sia gli iracheni sia le milizie sciite si lascino andare ad atti di rappresaglia contro i sunniti, alimentando l’odio e la violenza interconfessionale.
Violenze e morti anche in Egitto. Già in altre aree riconquistate nei mesi scorsi erano state denunciate atrocità commesse dalle milizie anti-Isis. nel frattempo prosegue la lotta dell'esercito egiziano contro terroristi islamici nel Sinai nord-orientale: le Forze armate hanno ucciso 19 jihadisti del gruppo “Stato del Sinai” in raid e operazioni terresti. Altri 11 terroristi sono stati arrestati. Mercoledì era stata annunciata l'uccisione di 11 miliziani dello stesso gruppo che, prima di un'alleanza con l'Isis stipulata in novembre, si chiamava Ansar Beit alMaqdis, i “Partigiani di Gerusalemme”.