tensione ad azzano san paolo

Torneo illegale al centro sportivo con oltre 600 persone: risse, nessuna distanza e anche un mercatino abusivo

L'episodio ricorda quanto avvenuto nel 2016, quando un gruppo di senegalesi aveva scelto il centro per celebrare la festa islamica del "Grand Magal de Touba": da party privato a raduno con oltre 1000 fedeli

Torneo illegale al centro sportivo con oltre 600 persone: risse, nessuna distanza e anche un mercatino abusivo
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di Laura Ceresoli

Un torneo abusivo con oltre 600 persone ammassate tra loro e senza mascherine. È accaduto sabato 8 agosto al centro sportivo di Azzano San Paolo. La struttura è stata infatti concessa per un evento organizzato dalla comunità somala che ha radunato al campo di via Stezzano 16 squadre di 13/14 giocatori provenienti da varie zone d'Italia, con relativi accompagnatori e supporter.

Il risultato: una manifestazione fuori legge di cui non è stata avanzata nessuna comunicazione né al Comune, né alla questura. Sconvolto il sindaco Lucio De Luca che, appena appresa la notizia, è rientrato dalle vacanze, appena iniziate. Anche Il vicesindaco Francesco Persico, fuori città per un weekend con la famiglia, e l'assessore Sergio Suardi sono dovuti tornare in paese con urgenza per gestire la situazione.

«Non c'era servizio d'ordine e neppure l'ambulanza, obbligatoria in questi casi - spiega il primo cittadino -. Non è stato rispettato il distanziamento, il divieto di uso degli spogliatoi, l'obbligo di uso delle mascherine. All'interno del centro è stata allestita anche una festa con musica e un mercatino abusivo. I ragazzi hanno forzato il cantiere dei bagni interni per entrarvi, quello delle tribune del campo di calcetto. Hanno sfondato una porta e fatto vari danni, sporcato gli spogliatoi e lasciato immondizia per tutto il centro sportivo e le strade».

Nella mattinata di sabato è dovuta intervenire prima la polizia locale, che ha chiesto agli organizzatori di far rispettare le regole di sicurezza contro il contagio, poi nel pomeriggio il sindaco ha chiesto l'intervento dei carabinieri che hanno presidiato il centro sportivo con due pattuglie per 6 ore per cercare di tenere la situazione sotto controllo.

«Ci sono stati vari momenti di tensione - racconta De Luca - e dopo le 21 sono cominciate pure delle risse. La cosa più grave è che il responsabile di tutto ciò era bellamente partito per le sue vacanze infischiandosene di ciò che aveva provocato e delle norme anti covid. Trovo questo atteggiamento altamente irresponsabile. Tanto più che questa persona non è nuova a queste cose, sempre creando situazioni pericolose, senza rispettare regole e leggi e sparendo strategicamente dalla "scena del crimine". E tutto per perseguire ragioni personali ideologiche (non certo economiche visto che il centro ci guadagna meno dei danni che sono stati provocati). Beh, questa volta la cosa non sarà più tollerata e partiranno anche le denunce e tutti i provvedimenti del caso. Lo dobbiamo per il rispetto dei beni pubblici, dell'ordine pubblico, delle leggi; lo dobbiamo a tutte quelle persone che hanno fatto e stanno facendo sacrifici per evitare il contagio seguendo obblighi e norme che non sempre condividono. Ma lo dobbiamo soprattutto a tutti quegli azzanesi e italiani che hanno perso la vita in questi mesi e i quali qualcuno, solo a parole, finge di rispettare. Con molto rammarico mi scuso io con loro e con i cittadini per conto dei responsabili per quanto successo».

Il fatto ricorda molto da vicino un evento simile avvenuto nel novembre 2016 quando un gruppo di senegalesi - non aderenti all'Assosb, Associazione Senegalesi di Bergamo Onlus, il più noto e importante raggruppamento presente nella nostra provincia - aveva scelto proprio il centro sportivo di Azzano San Paolo per celebrare la festa islamica del "Grand Magal de Touba". Anche in quell'occasione, quello che al momento della prenotazione era stato annunciato come un party privato per non più di 200 persone, si era trasformato in un raduno religioso che aveva chiamato a raccolta oltre un migliaio di fedeli da tutta la Bergamasca.

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