Lo dice un team neozelandese

Nel 2045 un mondo senza fumo (Se solo ci impegnassimo un po')

Nel 2045 un mondo senza fumo (Se solo ci impegnassimo un po')
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Un mondo senza tabacco, o meglio, dove la percentuale di fumatori sia inferiore al 5 percento. Utopia? Nient’affatto. Potrebbe esistere fra 30 anni, se venissero realizzate le aspettative (e previsioni) di un gruppo internazionale di esperti dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, che ha affidato a The Lancet un appello. Accolto. Così la rivista ha fatto uscire un numero speciale, in occasione della 16esima Conferenza mondiale su Tabacco o Salute 2015, che si è tenuta ad Abu Dhabi a marzo 2015. Per raggiungere l’obiettivo di zero sigarette, dove il tabacco cioè sia comunemente fuori uso, seppur non proibito, c’è molto da fare: da parte dei singoli, dei governi e delle più alte istituzioni.

Cosa han chiesto i ricercatori. Il messaggio non lascia dubbi: invita in primo luogo le Nazioni Unite a raddoppiare gli sforzi contro la vendita e il consumo di tabacco. Richiesta che è estesa anche all’OMS, a governi, agenzie internazionali, di ricerca e alla società civile. Se ciò non dovesse accedere e se ogni azione possibile e attualizzabile non dovesse essere perseguita o cadesse nel dimenticatoio, sarà una epidemia di morti - come la peste del nuovo millennio – stimata a un miliardo di perdite. Tutte causate da fumo o da altre forme di uso del tabacco. E con una localizzazione ben precisa: oltre l'80 percento dei decessi nei Paesi a basso e medio reddito, in particolare Africa e Medio Oriente e il restante 20 percento sparso nel resto del mondo.

 

 

Al riguardo, ovvero per frenare questa escalation, i ricercatori hanno una posizione ferma e credono sia giunto il momento di riconoscere l'inaccettabilità del danno generato dall'industria del tabacco e di lavorare per un mondo libero dal commercio legale e illegale dei prodotti del tabacco. Insomma, occorre attivare capillari ed efficaci politiche antifumo e porre un freno alle vendite e al consumo dei prodotti da fumo entro il 2040. Nonostante la consapevolezza che nel 2025 esisteranno ancora forse più di un miliardo di fumatori, complice la popolazione mondiale in generale aumento.

Obiettivo (non) utopistico. Quindi, l'azione globale contro l'uso del tabacco deve subire una impennata rapida, sensibile e significativa. Cominciando da ciò che c’è stato di efficace o ripartendo dalla Framework Convention on Tobacco Control stilata dieci anni fa per volontà dell’OMS e sottoscritta da 180 Paesi, che prevedeva l’adozione di politiche di prezzi e tassazione dei prodotti del tabacco, il divieto di pubblicità e di promozione, immagini e scritte dissuasive sui pacchetti di sigarette, spazi liberi dal fumo sul lavoro e nei luoghi pubblici e il plain packaging, ovvero pacchetti di sigarette no logo, già inaugurati in Australia, seguita dall’Irlanda, in via di introduzione in Gran Bretagna e Nuova Zelanda, e discussione in Francia, Norvegia e Finlandia. Se pienamente messo in pratica, l’accordo-programma può ridurre di un quarto le morti premature entro il 2025: l’OMS ne è convinta.

 

 

Cosa occorre fare per non tradire le aspettative. Ancora molto perché, a dieci anni dalla convenzione Fctc, l’85 percento della popolazione mondiale non ha accesso a programmi per smettere di fumare e il 90 percento vive in luoghi dove la tassazione del tabacco è al di sotto delle soglie prefissate dall’accordo (e questa è invece la misura più efficace per ridurre il consumo di sigarette). Tanto che le morti restano ancora elevate: 50 milioni in 10 anni.

E quali sono i punti deboli degli interventi sinora effettuati? La troppa attenzione ai fumatori (ovvero alla domanda) e troppo poca ai produttori (quindi all’offerta).  Sempre nel documento, i ricercatori sottolineano infatti l’importanza e l’urgenza di maggiore vigilanza e regole più solide e ferree sulle attività dell’industria internazionale del tabacco, in mano a quattro grandi compagnie - Philip Morris International, British American Tobacco, Japan Tobacco, Imperial Tobacco - ben note al mondo dei fumatori, dagli ex e di ciascuno, a cui si aggiunge la compagnia nazionale cinese dove il fumo conta – solo lì - 350 milioni di accoliti.

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