Tragedia di Azzano, i giudici cambiano nuovamente idea: Scapin resta ai domiciliari
L'investitore di Luca Carissimi e Matteo Ferrari non andrà in carcere per ora. Ma il tema è un altro: l'accusa sarà di omicidio volontario o omicidio stradale?
In attesa che il processo, quello vero, quello che dovrebbe chiarire una volta per tutte le responsabilità nella morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, i due giovani (avevano rispettivamente 21 e 18 anni) di Bergamo travolti e uccisi dopo una serata al Setai di Orio al Serio lo scorso 4 agosto, la battaglia legale è tutta incentrata sulla configurazione del reato nei confronti dell'investitore, Matteo Scapin, 33enne di Curno, e il suo destino in attesa del processo: carcere o domiciliari? Nella tarda serata di martedì 28 gennaio, la Cassazione ha deciso che, per ora, Scapin resta ai domiciliari.
L'estrema corte, infatti, ha annullato con rinvio (soltanto per quanto riguarda le misure cautelari) l’ordinanza del Riesame che il 24 settembre scorso aveva accolto il ricorso del pm Raffaella Latorraca e stabilito che sarebbe servito il carcere. Una valutazione ribaltata dalla Cassazione, della quale ora si attendono le motivazioni. Anche perché, da queste, si potrebbero trarre importanti elementi per capire finalmente di quale reato sia concretamente accusato Scapin: omicidio volontario o omicidio stradale?
Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2019, Scapin, a bordo della sua Mini Cooper, aveva investito Carissimi e Ferrari che viaggiavano davanti a lui su una Vespa. L'investimento, avvenuto in territorio di Azzano lungo la Cremasca in direzione Bergamo, era arrivato al culmine di una serie di "sgarri" tra i giovani e Scapin. I primi contatti erano avvenuti qualche ora prima alla discoteca Setai. Secondo la ricostruzione finora effettuata dagli inquirenti, Carissimi e Ferrari, insieme ad altri amici, si erano lasciati scappare qualche commento di troppo sulla fidanzata di Scapin, che non l'aveva presa bene. Successivamente, nel parcheggio della discoteca, il gruppo di giovani e il 33enne avrebbero avuto uno scontro, dal quale Scapin e la ragazza sarebbero fuggiti a bordo della Mini. Scapin aveva bevuto. La vettura si è poi fermata a un semaforo e lì sarebbe stata raggiunta dal motorino con in sella i due giovani. È a quel punto che il lunotto della Mini è esploso, pare perché distrutto dal lancio del casco di uno dei due ragazzi, che sono poi ripartiti a tutto gas in direzione Bergamo. Scapin li ha raggiunti e travolti, uccidendoli.
Le indagini stanno ora cercando di capire se l'investimento è avvenuto volontariamente, come affermano alcuni testimoni, o involontariamente e per colpa della paura del momento, come affermano Scapin, la sua fidanzata e i suoi legali. L'accusa propende per la prima tesi e sostiene quindi l'accusa di omicidio volontario; la difesa, invece, sostiene che si sia trattato di omicidio stradale. Il gip Vito Di Vita, dopo il primo interrogatorio a Scapin, riformulò l'accusa nei suoi confronti sposando la tesi dell'omicidio stradale. Il pm Latorraca aveva però fatto ricorso, affermando che se anche Scapin non avesse avuto l’obiettivo di uccidere, avrebbe dovuto tener conto delle possibili gravi conseguenze della sua condotta. Una tesi che il Riesame aveva accolto. Ora, nelle motivazioni della Cassazioni, sarà presente anche la posizione dell'estrema corte. Ma, intanto, la vicenda è nuovamente tornata nelle mani del Riesame.