Guardare avanti

Tragedia di Martinengo, il padre di Caryl: «Alla bambina abbiamo detto tutta la verità con la psicologa»

Sergio Mario Menghetti, dopo che la figlia ha ucciso a coltellate il marito Diego Rota, si occupa con la moglie della nipotina

Tragedia di Martinengo, il padre di Caryl: «Alla bambina abbiamo detto tutta la verità con la psicologa»
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«Alla bimba abbiamo detto la verità. Ce la faremo, per lei». Sono le parole decise e colme d’affetto di Sergio Mario Menghetti, padre di Caryl Menghetti che ha ucciso a coltellate il marito Diego Rota, e nonno materno della piccola di cinque anni, travolta da uno tsunami che le ha portato via in un sol colpo i genitori. A sentirlo sono stati i colleghi di PrimaTreviglio.

La tragedia improvvisa

Venerdì 26 gennaio, poche ore dopo l’omicidio, con lo sguardo impietrito di chi ha visto l’inferno e dovrà continuare a vivere portandoselo dentro, l'anziano aveva evitato le domande dei cronisti, assiepati davanti all’abitazione in cui da tempo vive insieme alla moglie per stare vicino alla figlia Caryl, mamma della piccola. Una bella villetta con piscina, l’ultima di via Cascina Lombarda, una strada a fondo chiuso.

Un silenzio pesantissimo, come il dolore devastante che ha inghiottito tutta la famiglia. Sarà impossibile dimenticare l’orrore di una notte di follia: Rota riverso in un lago di sangue, la moglie in manette trasferita in ospedale al Papa Giovanni XXIII Bergamo. Della figlioletta della coppia ora si occupano proprio i nonni materni, all’improvviso soli in quella casa adesso così vuota, così grande.

Il nonno rompe il silenzio

E proprio nonno Sergio, mercoledì sera, ha trovato la forza di rompere il silenzio, con poche frasi, dalle quali però è emersa l’anima di un uomo che non si abbatte, capace di caricarsi il macigno di un tragedia enorme sulle spalle e andare avanti per amore della sua adorata nipotina. «La piccola sta benissimo - ha detto fermo, con l’impeto di chi è pronto a proteggerla da tutto e da tutti, come un leone -. La portiamo all’asilo la mattina, andiamo a riprenderla alle 16.30 e poi la portiamo a fare un giro da qualche parte. Al rientro l’aspetta il bagno, ha finito di farlo dieci minuti fa...».

Una bimba che, come tutti gli altri giorni, venerdì si aspettava di rivedere mamma e papà, che invece non sono più tornati: una risposta alle sue domande è stata necessaria. «Abbiamo dovuto dirle la verità - ha rivelato dietro il cancello della casa il nonno, con una torcia in pugno -. Quando la psicologa le ha parlato era presente tutta la famiglia: io e mia moglie, l’altra mia figlia e mio genero venuti da Cuneo». Poi, infreddolito, ha salutato.

«Ce la faremo, per la bambina» ha detto voltandosi e ripercorrendo lo scivolo per tornare in taverna. Alla domanda se la famiglia abbia trovato una spiegazione per quanto è successo, ha alzato le braccia. «Buonasera» ha ripetuto, prima di rientrare al caldo dalla moglie e dalla bimba che, adesso, può contare solo su di loro.

Il funerale del genero

La salma di Diego Rota, falegname di 55 anni, titolare della «R.D.esign» originario di Brusaporto (non di Seriate come era emerso in un primo momento), è stata sottoposta ad autopsia martedì 30 gennaio all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, poi è stata ricomposta alla casa funeraria di San Paolo d'Argon. I funerali si sono celebrati venerdì 2 febbraio alle 10, nella chiesa parrocchiale di Brusaporto, poi il feretro è stato tumulato nel cimitero locale.

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