Tragedia in Val Brembana: istruttore di kayak travolto dalla violenza del torrente
Lucio Mazza, 52 anni, conosceva molto bene quel tratto del Valmora: l'aveva "battezzato" lui
Incidente in canoa ieri pomeriggio a Olmo al Brembo: Lucio Mazza, istruttore di kayak di 52 anni, bergamasco ma ora residente a La Valletta Brianza, nel Lecchese, è morto travolto dalla violenza del torrente Valmora.
Mazza conosceva quel tratto a menadito, ma è stato risucchiato in quello che in gergo tecnico nel mondo della canoa si chiama “rullo”. Una trappola mortale. Nato a Bergamo ma cresciuto a Suisio, lascia la moglie Giusy e una figlia. Diploma di geometra, dopo aver lavorato come insegnante aveva cambiato completamente ramo e aveva studiato fino ad ottenere la certificazione da operatore socio sanitario, professione che praticava in ospedale a Lecco.
L’attivazione di Soreu delle Alpi per il Soccorso alpino è arrivata intorno alle 17.15. L’amico che era con lui ha subito dato l’allarme ed è riuscito a portarlo a riva, fuori dal torrente. Nonostante il coraggio e lo sforzo del compagno però per l'uomo non c'era più nulla da fare: purtroppo il 52enne era già morto.
Sul posto sono intervenuti cinque tecnici della VI Delegazione Orobica del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco, che lo hanno raggiunto, recuperato attraverso una scarpata dal greto del torrente e infine portato in camera mortuaria. L’intervento si è concluso in serata.
«Errore o non errore, lui era il più bravo, e per questo era molto conosciuto. Era un maestro dell’estremo. E quello non era un torrente come gli altri, era quello che aveva “scoperto”, inaugurando la sua discesa, lui, nel 2003», ha raccontato Alessandro “Geko” Gherardi, canoista di Zogno, che gestisce il laghetto del Bernigolo a Moio de’ Calvi. Mazza in Valle Brembana aveva percorso praticamente tutti i torrenti possibili e immaginabili. Ha viaggiato per il mondo, sempre per seguire la sua passione per il kayak: dal Nepal all’India, dal Marocco all’Albania, al Colorado.