Una lunga agonia

Tre domande che vorremmo fare a chi dovrebbe salvare Foppolo

Tre domande che vorremmo fare a chi dovrebbe salvare Foppolo
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Archiviata la stagione sciistica, è già tempo di pensare al futuro. Ma su Foppolo si addensano le nubi dell’incertezza, che nemmeno la prospettiva del terzo bando d’asta per l’acquisto degli impianti gestiti da Brembo Super Ski sembra dissipare. Dopo che la prima gara da sette milioni di euro era andata deserta a settembre del 2018, la seconda da quattro milioni e mezzo a gennaio ha subito la stessa sorte. Il prezzo minimo della prossima, prevista per maggio, dovrebbe essere di 2,9 milioni. Il condizionale è d’obbligo, perché al momento, del bando, non c’è l’ombra. I curatori della società Brembo Super Ski, fallita nel febbraio 2017, l’avvocato Anna Maria Angelino, i dottori commercialisti Alberto Carrara e Federico Clemente, hanno dichiarato che, se non dovesse ancora una volta presentarsi alcun acquirente, non procederanno con un ulteriore esercizio provvisorio. Questo significherebbe uno stop delle seggiovie per il prossimo inverno. Mentre per l’estate, stagione già problematica per Foppolo per l’assenza di servizi e di attività, le prospettive sono già negative: il tempo per un programma di rilancio è insufficiente e qualsiasi sforzo dovrà essere rimandato al 2020.

 

 

«L’anno scorso avevo proposto di prendere in gestione l’intero comprensorio, impegnandomi a versare il 50 per cento in più dell’utile dichiarato nell’ultima stagione, ma non me ne è stata data l’opportunità – dichiara l’imprenditore Massimo Moretti che, con il socio Giacomo Martignon nella Belmont House, si sono fatti paladini della ripresa di Foppolo -. Ora non ci resta che aspettare. I progetti ci sono, ma fino a che non si scioglie il nodo degli impianti e si fa chiarezza sul bando d’asta, resta tutto fermo». Proprio ai curatori ci rivolgiamo per avere risposte su alcune questioni cruciali per il futuro economico del comprensorio, mentre si attende di sapere chi prenderà le redini politiche di Foppolo e Valleve, Comuni ancora commissariati.

Perché un bando ogni 4 mesi? Il primo quesito riguarda le aste, così rare. Se l’intento è di vendere per sanare la posizione debitoria della società, che all’atto del fallimento annoverava 30 milioni di scoperto nei confronti dei creditori, perché lasciar passare mesi tra le aste, rischiando di far saltare un’altra stagione? Se anche il tentativo di maggio dovesse disattendere le aspettative che qualche imprenditore si affacci sulla piazza foppolese, la quarta asta dovrebbe essere a settembre: altri quattro mesi andati. Solo a quel punto, pare, si inizierebbero a intavolare trattative private, eventualmente anche per l’affitto degli impianti, opzione non presa in considerazione fino ad ora per le strutture di Valgussera, Conca Nevosa e Alpe Soliva. Nel frattempo un’offerta è arrivata, ma solo per i tapis roulant delle Foppelle, i tappetini di risalita dell’area bimbi. Con 140 mila euro, la Kibo Srl di Fulvio Berera, proprietario anche del K2, si è aggiudicata il lotto, rispetto ai 250 mila stabiliti dalla perizia. Ma è poca cosa rispetto a tutto il...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 11 aprile. In versione digitale, qui.

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