Foto e video dalla pagina Facebook di Matteo Rossi
Sul treno con 110 volontari italiani rimasto fermo per due ore, durante un bombardamento vicino a Leopoli in Ucraina, c’erano anche una ventina di bergamaschi.
Tra questi, il sindaco di Bonate Sopra, Matteo Rossi, e il caporedattore de L’Eco di Bergamo, Andrea Valesini, che hanno raccontato quanto vissuto quella notte, mentre rientravano dalla missione del Movimento europeo di azione nonviolenta (Mean).
Attacco con droni e missili
L’allarme è scattato intorno all’alba (le 5) di ieri, domenica 5 ottobre, quando le app installate sui cellulari e utilizzate nel paese dell’Est Europeo per rimanere informati su eventuali attacchi in arrivo, hanno iniziato a inviare notifiche. Secondo quanto riportato dal primo cittadino, l’attacco russo è stato condotto con droni, bombe a grappolo, missili da crociera e ipersonici. I bersagli principali erano gli impianti e le infrastrutture energetiche, in vista dell’inverno.
«Attorno al nostro convoglio pesanti e continue esplosioni, con diverse che hanno illuminato a giorno il cielo notturno, fumo e tantissimi colpi della contraerea» ha descritto la scena il sindaco. L’offensiva tramite droni e missili sarebbe iniziata, stando alle informazioni delle applicazioni di cui erano dotati, a Ovest di Kyev nell’Oblast di Zytomyr, per poi spostarsi a Rivne e Leopoli.
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Treno fermo per un paio d’ore
Il treno si è fermato nelle vicinanze di quest’ultima città per un paio d’ore, aspettando che si attenuasse il bombardamento, ma i volontari sono dovuti rimanere a bordo perché il personale del treno, probabilmente in contatto con le forze armate, ha ritenuto più sicuro poter ripartire velocemente verso il confine. Il convoglio dei volontari è infine riuscito a oltrepassare la linea e giungere in Polonia, dove poi i bergamaschi si sono imbarcati sull’aereo alla volta di Orio al Serio.
«Questa notte, tra i boati dei missili e il ronzio dei droni, la resistenza della contraerea ucraina è stata decisiva anche per noi – ha scritto Rossi -. Saremo al loro fianco fino a quando sarà necessario. La società civile non può stare solo a guardare, può intervenire e deve farlo ora. La resistenza non è un fatto solo di armi, di finanziamenti e di intese tra governi, ma è soprattutto un sentimento popolare che porta gli ucraini a portare avanti le loro esistenze quotidiane nonostante tutto.
Ed è con loro che il Mean chiede all’Europa di essere accanto agli ucraini fino a quando sarà necessario e di istituire ed inviare i Corpi civili di pace. Noi ora stiamo bene, Abbiamo passato il confine polacco per tornare a casa, gli ucraini purtroppo vivono ancora nel terrore quotidiano».