Operazione

Treviglio, 16enne beccato con droga a scuola. A casa sua oltre 500 euro in contanti

Durante un controllo di routine in un istituto, il cane Aiden ha fiutato l'hashish. Da lì la perquisizione nell'abitazione del giovane

Treviglio, 16enne beccato con droga a scuola. A casa sua oltre 500 euro in contanti
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Giovane, ma a quanto pare già spacciatore. Addirittura a scuola. La vicenda la riportano i colleghi di PrimaTreviglio, che raccontano come un ragazzo di terza superiore di un istituto della città della Bassa sia stato beccato a scuola con della droga e come, nei successivi controlli nella sua abitazione, siano stati rinvenuti circa cinquecento euro in contanti nascosti.

A fiutare la sostanza stupefacente che il giovane aveva nel giubbotto è stato il cane antidroga Aiden, che affianca gli agenti della Polizia locale di Treviglio nei controlli. Controlli come quello effettuato venerdì 4 febbraio in una scuola superiore trevigliese dall'unità cinofila coordinata dal commissario capo Claudio Cortesi.

Il cane antidroga Aiden è stato attirato da un giubbotto di proprietà del giovane di terza superiore. Nella tasca gli agenti hanno rinvenuto 23 grammi di hashish. È scattato subito il sequestro della sostanza stupefacente e la perquisizione ha successivamente interessato anche la casa del sedicenne. Nella camera da letto gli agenti hanno trovato 520 euro in contanti (in tagli da 50, 20, 10 e 5 euro) nascosti in un cassetto. Il caso è stato segnalato al magistrato per il tribunale dei minori.

Giovanni Vinciguerra, comandante della Polizia Locale di Treviglio

«Il comando di Polizia locale, in accordo con l’Amministrazione comunale e con i dirigenti scolastici, effettua costantemente controlli nelle scuole del territorio - ha spiegato il comandante della Polizia locale di Treviglio, Giovanni Vinciguerra -. Capita, purtroppo, di trovare qualche studente in possesso di sostanze stupefacenti e in quel caso interveniamo prontamente. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani al rispetto delle regole. Non si tratta di “punire”, ma di educare e in queste situazioni il dialogo con il ragazzo, la famiglia e la dirigenza scolastica è importantissimo. La scuola deve sempre essere un grande riferimento educativo e formativo, dove non potranno mai essere tollerate azioni di disvalore».

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