Tumori cerebrali, al Papa Giovanni avviata la tecnica di radioterapia "Hyper Arc"
Il paziente è stato trattato per 12 minuti, anziché i circa 60 necessari facendo ricorso alle tecniche tradizionali. Sono stati colpiti in contemporanea tre bersagli tumorali all’interno del cranio, con elevate dosi di radiazioni ionizzanti ad alta energia
L’ospedale Papa Giovanni XXIII continua a fare scuola nel campo dell’innovazione. È stato eseguito lo scorso 20 gennaio il primo intervento di radioterapia stereotassica con la tecnica Hyper Arc su un paziente in cura per metastasi cerebrali. Il trattamento è durato in totale 12 minuti, anziché i circa 60 che sarebbero stati necessari facendo ricorso alle tecniche tradizionali. Grazie al nuovo acceleratore lineare, attivo da agosto all’ospedale di Bergamo, sono stati colpiti in contemporanea tre bersagli tumorali all’interno del cranio dell’uomo con elevate dosi di radiazioni ionizzanti ad alta energia.
Il nuovo acceleratore lineare (Linac), in funzione da cinque mesi, è uno strumento tecnologicamente molto avanzato, dotato di un’eccezionale precisione ed accuratezza, acquistato grazie a un finanziamento di Regione Lombardia che ha messo a disposizione 3 milioni di euro. Al Papa Giovanni il nuovo Linac, inoltre, opera insieme ad uno mobile e ad altri due acceleratori, che consentono ai medici di eseguire quasi tutte le tecniche ad alta precisione ed accuratezza. Complessivamente, sono circa 1.900 i nuovi casi che ogni anno vengono sottoposti a una prima valutazione radioterapica; di questi oltre 1.000 sono accettati per effettuare un ciclo di trattamento.
Le tecniche di radioterapia stereotassica encefalica o radiochirurgia non costituiscono una novità; tuttavia l’impiego della modalità Hyper Arc è un’ulteriore evoluzione di questa metodica che, al momento, è impiegata in meno di una decina di centri su scala nazionale. «L’avvio di Hyper Arc porta un beneficio concreto ai nostri pazienti che necessitano di radioterapia stereotassica, soprattutto a quelli che presentano bersagli tumorali multipli o casi di maggiore complessità - spiega Luigi Franco Cazzaniga, direttore della radioterapia dell’Asst Papa Giovanni XXIII –. La metodica consente ancora più risparmio dei tessuti sani, grazie alla sua estrema precisione. Poter concentrare i trattamenti in un’unica seduta o in poche permette, inoltre, in alcuni selezionati casi, di ridurre il disagio per il paziente: meno accessi in ospedale, meno spostamenti per seguire il ciclo di terapie e minor permanenza sul lettino».
Ora è stato avviato lo studio del piano di cura, per poter estendere questo trattamento anche ad altri pazienti. L’equipe medica della radioterapia ha selezionato i primi casi che possono trarre beneficio dall’eventuale ricorso al trattamento. L’unità di fisica sanitaria, diretta da Stefano De Crescenzo, ha implementato la tecnica dopo le misure sull’acceleratore ed i controlli degli algoritmi che caratterizzano il software di pianificazione dosimetrica. Il personale tecnico-sanitario di radiologia medica è stato invece coinvolto nell’aggiornamento dell’acceleratore lineare, curando l’esecuzione dell’intervento di radioterapia.
«L’aggiornamento tecnologico ci permette di avviare tecniche sempre più efficaci e sicure per i nostri pazienti – conclude il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. Per un ospedale come il nostro, centro di riferimento non più solo provinciale per la diagnosi e la cura di neoplasie negli adulti e nei bambini, è stato fondamentale dotarsi di attrezzature tecnologiche all’avanguardia nel trattamento di tumori così complessi. Ma le tecniche innovative non sono realizzabili senza una consolidata pratica clinica e al personale specializzato e costantemente aggiornato».