Una festa di cori e colori

Il popolo nerazzurro vuole l’Europa

Il popolo nerazzurro vuole l’Europa

È stata un’altra serata magica, nel senso più pieno del termine. Perché quando torni “all’Atalanta” oltre un mese dopo l’ultima vittoria strappata al 94’esimo quando l’1-1 contro l’Empoli sembrava scritto e ti ritrovi in campo due ragazzini del ’99 titolari (nessuno nei cinque maggiori campionati europei aveva mai osato tanto), significa che Bergamo e la gente dell’Atalanta stanno vivendo una magia. Qualcuno, per la verità, continua a sostenere che sia una lucida follia. Gasperini ha dimostrato e sta dimostrando sul campo che, mentre i tifosi sorridono pensando che sia un matto, lui agisce guardando solo e soltanto il campo. E vince ragazzi, continua a vincere.

La rotta verso lo stadio. La strana domenica dei tifosi bergamaschi è iniziata con tre ore di ritardo rispetto al canonico orario delle 15. La Sampdoria ha giocato in Coppa Italia giovedì sera a Roma e la Lega ha pensato di concedere ai blucerchiati un po’ di riposo in più. I sostenitori nerazzurri hanno dunque potuto consumare con calma il classico coniglio con la polenta e fare pure una pennica. Con il Milan sconfitto sabato sera e la Lazio fermata allo Stadium dalla corazzata Juventus (ne hanno vinte 27 di fila in casa), l’occasione di rimanere a strettissimo contatto con le prime della classe era ghiotta. Accompagnati da un pallido sole, gli atalantini sono arrivati in oltre 15.500 al Comunale e la voglia di tornare a vedere una vittoria si respirava nell’aria già un’ora prima del match. Nei dintorni dello stadio, sciarpe e vessilli della Sampdoria non sono mancati ma, rispetto a molte altre volte, non c’era un clima di tensione. In passato le tifoserie sono state molto amiche e i rapporti non sono affatto complicati.

 

La “Voglia d’Europa” e i ragazzi del ’99. Durante il riscaldamento, appena dopo l’ingresso delle squadre sul campo, quasi tutti i presenti hanno strabuzzato gli occhi. Chi è quel riccioletto che corre coi difensori? E quel numero 94 gracile ed esile che nemmeno Semola de La Spada Nella Roccia? Bastoni e Melegoni, due ragazzini del 1999, in campo dal primo minuto. Bergamo inizialmente non ha capito ma, dopo una manciata di minuti e qualche corsa sulla fascia agli ordini di Borelli, un sorriso ha stemperato l’attesa: avanti ragazzi, se Gasp vi ha scelto vuol dire che potete starci. In Curva c’era qualcosa di particolare, fin da subito si notavano dei cartoncini riflettenti e all’ingresso in campo delle squadre ecco il messaggio per tutti: «Voglia d’Europa», con bandieroni e striscioni esposti ai pali, accompagnati da decibel ai massimi livelli nemmeno si giocasse un big match. Lassù in alto, dove la Curva finisce e iniziano i palazzoni sullo sfondo, un messaggio forte e chiaro: «Basta esperti di mercato, l’impegno di tutti per uno stadio infuocato». Nel cuore della Pisani, i ragazzi spalle al campo con i piedi sul ferro hanno subito scatenato il cuore pulsante del tifo e l’atmosfera era quella dei giorni migliori.

I messaggi per il Bocia e il sostegno alla squadra. Come detto, il tifo al Comunale per Atalanta-Sampdoria è stato fantastico. Cori potenti, sostegno e tanti applausi anche dalla tribuna per giovani e meno giovani. In particolare, Masiello e Petagna in momenti diversi sono stati veramente osannati e basta guardare le loro prestazioni per capire il perché. I tifosi della Dea si sono fatta trascinare da questa banda di ragazzi sfrontati e ha raggiunto una tale consapevolezza da prendere per mano due ragazzini (nemmeno maggiorenni) e accompagnarli nella battaglia. L’unico momento in cui dalla Nord sono arrivati cori fuori dal contesto della partita è stato più o meno a metà del primo tempo. «Prima, durante e dopo sempre con te» era il testo di uno striscione apparso al centro della Pisani accompagnato da qualche botto e dal coro «Claudio Libero», messaggio di vicinanza degli ultras bergamaschi al loro leader Claudio “Bocia” Galimberti.

 

 

Il rigore, la tensione e la festa. Dopo un primo tempo complicato, in apertura di ripresa i nerazzurri hanno alzato i giri del motore e intorno al 55’ è arrivato il gol vittoria. Rizzoli (il miglior arbitro italiano) ha decretato un calcio di rigore che secondo i commentari è generoso ma che, regolamento alla mano (pagina 135, guida pratica per gli arbitri, quesito 18), è assolutamente giusto. Lo stadio ha abbracciato Gomez e lo ha spinto sul dischetto, la trasformazione del numero 10 è stata la terza di questa stagione proprio sotto la Pisani (contro Inter e Roma gli altri due rigori) e grazie ad un cuore enorme e ad un clima fantastico il risultato è durato fino alla fine. Allo stadio hanno fatto tutti festa, sugli spalti erano presenti anche alcuni ragazzi di Vienna che spesso vengono a Bergamo e seguono la Dea pure in trasferta (Andreas e Matthias abbonati insieme a Marko, Bernhard e Matteo). Guardando negli occhi i tifosi di ogni età festanti e felici, i tre gradi di temperatura sotto lo zero non si sono quasi sentiti e con trentotto punti dopo ventuno giornate, questa squadra, la tifoseria e tutta la città continuano a sognare. O meglio: non si sogna, si vive semplicemente una splendida magia.