Profezie, teorie, macchinazioni

Tutte le leggende del Titanic

Tutte le leggende del Titanic
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Il Titanic affondò nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, dopo la collisione con un iceberg. Costruito presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, il transatlantico rappresentava la massima espressione della tecnologia navale di quei tempi ed era il più grande e lussuoso del mondo. Nel naufragio persero la vita 1518 dei 2223 passeggeri imbarcati, compresi gli 800 uomini dell'equipaggio. Solo 705 persone riuscirono a salvarsi. La storia del Titanic è diventata una sorta di favola avvolta dal mistero. Proponiamo dieci leggende che sono corse, negli anni prima e dopo il tragico affondamento, per il mondo.

1. Una profezia, qualche anno prima. Quattordici anni prima del disastro del Titanic, nel suo racconto Futility, Morgan Robertson descriveva l’affondamento di una nave gigantesca, chiamata Titan, a causa dell’impatto con un iceberg, avvenuto nell’Atlantico nel mese di aprile. Sembrava una profezia. In realtà, Martin Gardner, nel suo The Wreck of the Titanic Foretold, spiega che se uno scrittore di storie di mare come Robertson voleva scrivere il racconto catastrofico di una nave affondata in tempo di pace, la collisione con un iceberg era l’unica causa che avrebbe potuto immaginare. Di conseguenza, il luogo più probabile in cui una nave avrebbe potuto incontrare degli iceberg era l’Oceano Atlantico e il mese di aprile quello più a rischio, dal momento che il clima più mite provoca la deriva verso sud di queste montagne di ghiaccio.

2. Una nave inaffondabile. Una delle affermazioni più tragicamente note è quella della White Star Line, proprietaria della nave, la quale aveva dichiarato: «Il Titanic è inaffondabile». In verità, la compagnia non fece mai una simile dichiarazione. Fu, piuttosto, un giornale. Mentre il Titanic era in costruzione, infatti, un’edizione speciale della rivista The Shipbuilder descriveva la nave come «praticamente inaffondabile», grazie al suo doppio fondo e ai sedici compartimenti stagni integrati.

3. Niente Papa, prego. Corre voce che il numero di scafo del Titanic fosse 360604. Numero che, guardato allo specchio e capovolto, sillaba la dichiarazione anti-cattolica «NO POPE» (niente Papa) – un’eresia nelle zone ultracattoliche di Belfast in cui la nave fu costruita. Comunque, si tratta solo di un mito, perché qualunque studioso del Titanic potrà dirvi che il numero di scafo del Titanic era il semplice 401.

4. La maledizione della Mummia. La storia secondo la quale il Titanic fu distrutto dalla maledizione della Mummia di Amon-Ra è pura fantasia. Tuttavia, ha origine da un racconto di William Stead, giornalista e noto spiritista, passeggero della nave, che perse la vita la notte del disastro. Stead lo aveva rivelato a qualcuno dei suoi amici della prima classe, che sopravvisse e lo riferì ai giornalisti, che a loro volta lo trasformarono in qualcosa di incredibilmente sensazionale. In realtà, sulla nave non c’era nessuna mummia, ma solo il coperchio di un sarcofago, splendida reliquia dell’antico Egitto. Peccato che, però, non abbandonò mai il British Museum nel quale è da sempre conservato.

5. Il libro persiano tempestato di rubini. Si racconta che sulla nave ci fosse un pregiatissimo libro che raccoglieva poemi attribuiti al persiano Omar Khayyàm. Il volume era un’edizione di lusso acquistata a un’asta di Sotheby’s da un collezionista americano: la copertina recava l’illustrazione di un pavone realizzata in oro e tempestata da oltre mille rubini e smeraldi. In realtà non aveva nulla di prezioso e all’asta era stato battuto per sole 405 sterline.

6. I binocoli non c’erano. E se c’erano, non si potevano usare. Le vedette del Titanic non poterono utilizzare binocoli, nonostante a bordo ve ne fosse un armadietto pieno. Andò così. David Blair, il secondo ufficiale designato, fu sostituito appena prima della partenza da un nuovo capo ufficiale, Henry Wilde. I binocoli erano all’interno di un armadietto nella cabina che Blair aveva originariamente occupato: quando questi lasciò la nave, portò inavvertitamente con sé le chiavi. Gli storici sono comunque del parere che i binocoli non avrebbero fatto molta differenza, perché sarebbe stato impossibile notare l’iceberg nella notte totalmente buia in cui avvenne il disastro.

7. Aprite quei compartimenti stagni. Secondo una teoria, se le porte stagne fossero state aperte, il Titanic avrebbe continuato a galleggiare il tempo necessario alle navi di soccorso per arrivare sul luogo del disastro. In realtà, ciò sarebbe stato impossibile. Innanzitutto perché non c’erano porte stagne tra i primi quattro compartimenti. In secondo luogo, è stato dimostrato che qualunque massa d’acqua nel locale caldaie n.4 avrebbe causato il capovolgimento del Titanic addirittura trenta minuti prima di quanto non accadde nella realtà.

8. Il Capitano si sparò. Alcuni giorni dopo l’affondamento, cominciarono a circolare storie incontrollate e contraddittorie a proposito degli ultimi momenti del Capitano Smith. Si disse che si era sparato quando si era reso conto che la nave era condannata. L’altra leggenda lo vede nuotare disperatamente per salvare dei bimbi dalle acque ghiacciate. In verità, non vi è nessuna prova a sostegno delle due tesi.

9. L’Estremo sopravvissuto. Viene spesso riportato lo straordinario caso del vigile del fuoco di bordo Frank Tower, che non solo sopravvisse al naufragio del Titanic, ma si trovò anche a bordo della Empress of Ireland quando questa entrò in collisione con lo Storstad, e più tardi sul Lusitania quando il vascello fu silurato e affondato da un U-Boat nel maggio 1915, al largo delle coste irlandesi meridionali. Il fatto eclatante sarebbe che il fortunato vigile del fuoco se la sarebbe sempre cavata. La verità è che nessuna persona di nome Frank Tower appare nelle liste dell’equipaggio di nessuna delle tre navi.

10. La cospirazione della doppia nave. C’è una leggenda secondo cui ad affondare non sarebbe stato il Titanic, bensì la sua gemella Olympic, allo scopo di truffare la compagnia di assicurazioni. I primi a raccontarla furono Robin Gardiner e Dan van der Vat nel libro The Titanic Conspiracy. A parte l’assurdità della teoria, la sua falsità venne dimostrata definitivamente quando furono recuperate parti del relitto. Il numero di costruzione del Titanic 401 fu rinvenuto su ciascuna di esse. Il numero di scafo della Olympic era 400.

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