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Stepchild adoption, che cos'è e perché se ne discute tanto

Stepchild adoption, che cos'è e perché se ne discute tanto
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Stepchild adoption. Letteralmente è l’adozione del “figliastro”, cioè del figlio dell’altro componente della coppia. È il termine usato per definire l’articolo 5 contenuto nel disegno di legge che prende il nome dalla senatrice del Pd Monica Cirinnà per regolare le unioni civili. Stepchild adoption dal punto di vista della stesura del testo rappresenta un punto di mediazione: non viene infatti introdotta la libertà di adozione tout court per le coppie dello stesso sesso (cioè di un bambino che non è figlio di nessuno dei due elementi della coppia).

 

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Cosa comporta. La stepchild adoption fa sì che chi viene adottato diventi a tutti gli effetti erede del nuovo genitore, ma si trova anche con un dovere opposto: quello di provvedere ai bisogni del nuovo genitore in vecchiaia nel caso questi ne avesse bisogno.

Come funziona oggi. Le adozioni nel loro complesso sono regolate da un’apposita legge del 1983, che già prevede la possibilità di adozione del figlio del coniuge, purché vi sia naturalmente l’assenso del genitore biologico. La legge che si intitola “Diritto del minore ad avere una famiglia”, non fa ovviamente menzione a quale tipologia di coppie si riferisce, dando per scontato (siamo nel 1983…) che la coppia sia normale maschio/femmina. Questo mancanza di precisazione ha lasciato in questi tempi spazio discrezionale ai giudici, che in più casi hanno autorizzato l’adozione da parte dell’altro genitore in coppie con componenti dello stesso sesso. Il primo caso è stato autorizzato dal Tribunale di Roma nel luglio del 2014 per un coppia di omosessuali maschi. Il 23 dicembre scorso la Corte d’appello ha confermato quella sentenza.

 

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Cosa cambia davvero. Restando la discrezionalità del giudice (che può negare l’adozione anche a una coppia normale), la legge in qualche modo finisce con l’incoraggiare sentenze positive. In particolare si fa cadere l’idea che il termine “famiglia” contenuto nel titolo della legge sulle adozioni vada riferito solo alla famiglia tradizionale. Se passa l’articolo 5 della Cirinnà anche la coppia omosessuale è da ritenersi a tutti gli effetti “famiglia”.

I motivi del no. Il principale è quello che un simile dispositivo porti a liberalizzare la pratica dell’utero in affitto. Nel caso delle coppie di omosessuali maschi infatti, il figlio può essere messo al mondo dando il seme ad una donna che si presti a fare da “veicolo”. Oggi questa pratica viene fatta ricorrendo all’inseminazione all’estero, Olanda e Stati Uniti in particolare.

I motivi del sì. In una società in cui i tabù rispetto all’omosessualità stanno cadendo e in cui le convivenze sono sempre più numerose, è una forma di garanzia per i minori quella di avere comunque due genitori, com’è evidente nel caso di morte di uno dei soggetti della coppia. Inoltre la stepchild adoption regolarizzerebbe tante situazioni di fatto.

 

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Gli schieramenti. I partiti, esclusi Movimento 5 Stelle e Sel che sono compatti per il sì, sono divisi. Lo stesso partito della senatrice proponente ha al suo interno uno schieramento di almeno 30 tra deputati e senatori che hanno annunciato voto contrario. Il premier si è detto favorevole, ma ha lasciato libertà di coscienza sul voto. Il centrodestra che all’inizio aveva appoggiato la legge, lasciando comunque liberi i propri componenti, ora ha svoltato verso un no rigido, avendo individuato uno spazio politico in cui far sentire la propria voce e metter in difficoltà il centrosinistra.

La chiesa. Il 30 gennaio è stato indetto un nuovo family day, a Roma, per protestare contro la legge sulle unioni civili. Il segretario dell Cei Nunzio Galantino, che si è detto contrario alla stepchild adoption, ha però voluto chiarire che la manifestazione del 30 è indetta da laici e che i vescovi che vi aderissero lo faranno a livello personale. Infatti lo scontro dà fiato a quella fetta di chiesa che vede di mal’occhio il corso di papa Francesco. Il papa sulle questioni etico morale, tenendo fermi i principi, ha sempre suggerito una elasticità di approccio pastorale. Per lui l’essenziale è non chiudere le porte a nessuno nell’incontro con Gesù Cristo.

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