Uccise la madre a Dalmine, ma era incapace di intendere e di volere: assolto il figlio
Marco Lodetti, 33 anni, dovrà però trascorrere almeno 10 anni in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Il giovane soffriva di disturbi psichici, condizione che si era aggravata durante il lockdown
La perizia psichiatrica lo aveva definito come totalmente incapace di intendere e di volere al momento del delitto. Marco Lodetti, 33 anni, che il 15 maggio dell’anno scorso uccise a Dalmine la madre Giovanna Gamba con una serie di coltellate, è stato assolto dalla Corte d’Assise dall’accusa di omicidio, come richiesto anche dal pubblico ministero.
Tuttavia, il trentatreenne dovrà trascorrere almeno 10 anni in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), al termine dei quali saranno valutate le sue condizioni di salute. Ad oggi, si trova nella struttura di Castiglione delle Stiviere.
Il delitto
Giovanna Gamba, 60 anni, era stata uccisa in casa, un appartamento al terzo piano di una palazzina in via delle Gardenie di Sforzatica, a Dalmine, con una serie di coltellate al petto, al volto e alla testa. Alla base del delitto ci sarebbe stata una scarica improvvisa di rabbia e di violenza da parte dell’imputato. Il giovane infatti, dopo aver ucciso la madre, era uscito sul pianerottolo di casa, dove aveva aggredito un anziano vicino e urlato frasi deliranti di stampo religioso.
Il trentatreenne, dopo essere stato bloccato dai carabinieri, era stato portato all’ospedale Papa Giovanni per ulteriori accertamenti. L’imputato, che soffriva di problemi psichici, pare avesse smesso da tempo di assumere i farmaci e agli inquirenti aveva raccontato di non ricordare nulla dell’omicidio, ma anche di sentire voci nella testa già da qualche tempo.