Uccise l'ex fidanzata a Bergamo e tentò di sgozzare la nuova: secondo la perizia è sano di mente
M. S., tunisino di 37 anni, lo scorso ottobre, a Torino aveva ferito al volto la compagna utilizzando i cocci di una bottiglia. Nel 2008 aveva ucciso al termine di una lite in casa l'ex compagna 21enne
Secondo la perizia discussa oggi (mercoledì 20 maggio), non ha nessun problema psichiatrico M. S., tunisino di 37 anni che a Torino, lo scorso ottobre, aveva tentato di sgozzare la compagna utilizzando i cocci di una bottiglia rotta. Il 37enne, detenuto nel carcere delle Vallette con un permesso di lavoro esterno, è noto anche alle cronache bergamasche per essere stato condannato per l’omicidio di un’altra ragazza, avvenuto a giugno del 2008 in un appartamento di via Moroni.
In quell’occasione, il 37enne aveva ucciso l’ex fidanzata 21enne, originaria di Pradalunga, accoltellandola alla pancia. La ragazza si era presentata da lui per cercare di ricostruire una relazione che invece l’uomo non era intenzionato a portare avanti. Una discussione che era poi degenerata in omicidio. Il 37enne, agli agenti di Polizia, aveva anche ammesso di aver assunto cocaina.
Alcuni mesi dopo il trasferimento in carcere a Torino, il tunisino aveva commesso la seconda aggressione. La perizia psichiatrica ha stabilito che quest’ultima lite fu causata dall’impulsività emotiva dell’uomo, alimentata dal consumo di una bevanda alcolica. La ragazza, infatti, dopo aver saputo quanto successo a Bergamo, era andata dal 37enne per troncare la relazione, comunicandogli che non era più intenzionata a vederlo. M. S., a quel punto, si era allontanato dal lavoro con una scusa per riaccompagnarla a casa ma durante il tragitto l’aveva aggredita, ferendola al volto.