Tragedia di Azzano

Un anno dalla morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, Borgo Palazzo li ricorda

La comunità di Borgo Palazzo, in cui i due ragazzi erano nati e cresciuti, si ritroverà questa sera, 4 agosto, per una preghiera in loro memoria e per stringersi ancora di più attorno alle famiglie colpite da un lutto così duro

Un anno dalla morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, Borgo Palazzo li ricorda
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Era la notte tra il 4 e il 5 agosto 2019. Un anno esatto fa. Lungo la Cremasca, sul tratto di strada che collega Azzano a Bergamo, Luca Carissimi e Matteo Ferrari, di soli 21 e 18 anni, stavano viaggiando a bordo di una Vespa quando sono stati urtati e uccisi dall'auto su cui viaggiava Matteo Scapin (33 anni) con la sua fidanzata. La caduta si rivelò mortale per i due giovani. Questa sera, martedì 4 agosto 2020, il quartiere di Bergamo in cui i due ragazzi erano nati e cresciuti, ovvero Borgo Palazzo, li ricorderà con una Messa all'oratorio di Sant'Anna, alle 20.30.

Poiché si attende una partecipazione molto numerosa, il parroco di Borgo Palazzo, don Eliseo Pasinelli, ha chiesto a tutti di mantenere la massima attenzione alle norme di distanziamento sociale e di presentarsi sul luogo qualche minuto prima per poter organizzare al meglio gli spazi.

La serata sarà l'ennesimo modo con cui la comunità di Sant'Anna farà sentire la propria vicinanza alle famiglie dei due ragazzi, colpite da un lutto così duro ma mai lasciate sole in questo anno. Un anno in cui è anche iniziato il processo nei confronti dell'assassino, Scapin. La battaglia legale è soltanto alle battute iniziali, il 33enne si trova ai domiciliari e si difende dicendo di aver compiuto la manovra letale involontariamente: Scapin, infatti, aveva litigato con i due ragazzi e un gruppo di loro amici alla discoteca Setai e l'incidente mortale è avvenuto dopo che i giovani in motorino avevano seguito (pare) il 33enne. Qualcuno, al semaforo precedente il punto dell'impatto, aveva anche rotto il lunotto posteriore dell'auto di Scapin, probabilmente lanciando un casco. L'accusa ritiene invece che la manovra con cui il 33enne ha urtato la Vespa su cui viaggiavano le due vittime sia stata volontaria.

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