Bergamo è ancora sotto shock per la morte violenta di Pamela Genini, la 29enne di Strozza, in Valle Imagna, uccisa con almeno trenta coltellate martedì scorso dal compagno Gianluca Soncin. Sono state circa un migliaio le persone che domenica pomeriggio (19 ottobre) hanno partecipato alla fiaccolata in sua memoria.
In testa al corteo, Una Smirnova, la madre di Pamela, che ha marciato con una fiaccola accesa, circondata dall’affetto e dalla solidarietà del quartiere Gorla di Milano, dove la figlia viveva.
La manifestazione
Come ha riportato il Corriere, la manifestazione è partita intorno alle 17.30 davanti alla panchina rossa inaugurata nel 2023, simbolo contro la violenza sulle donne, a pochi passi dall’abitazione della giovane.
Uno striscione con la scritta «Per Pamela e per tutte» ha aperto il corteo, mentre da un palazzo è comparso un grande drappo con le parole «Il possesso uccide». Sulla panchina, fiori e biglietti lasciati in questi giorni, semplici messaggi come «Ciao Pamela».
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«È stato molto bello, nella tragedia, vedere che il territorio ha risposto subito malgrado fosse sotto choc», ha dichiarato Donatella Ronchi, assessora del Municipio 2.
Il grido delle donne
Durante la marcia si sono alternati momenti di silenzio e interventi al megafono. «Il femminicidio è solo la punta dell’iceberg. Ogni donna ha subito o subirà prima o poi violenza. Ci sono tanti tipi di violenza», hanno detto alcune partecipanti. E ancora: «Uomini, dateci una mano, svegliatevi. Aiutateci a costruire un mondo dove siamo tutti più liberi perché questo è il problema di base».
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Tra i presenti anche le attiviste di “Non una di meno”, che hanno promosso l’iniziativa sui social e hanno gridato: «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce» e «Lo stupratore non è malato, è il figlio sano del patriarcato».
Fino a dove ha perso la vita
Il corteo si è concluso poco prima delle 19 sotto casa di Pamela, dove il suo nome è stato gridato più volte e i partecipanti hanno fatto rumore con le chiavi, gesto ormai simbolo delle proteste contro la violenza di genere.
Come hanno scritto dei manifestanti su alcuni cartelli, l’amore non uccide. Quello della 29enne è stato un omicidio brutale, che evidenzia sempre di più la necessità di dover e saper denunciare.
Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ne ha ricordato l’importanza: «Vedendo questa storia, è chiaro che Pamela stessa doveva denunciare, però chi è in una situazione quasi di ricatto fa fatica. Allora bisogna che la famiglia, la comunità e gli amici abbiano questo coraggio. Se si sbaglia a fare una denuncia in più, amen. Ma non farla può portare a situazioni del genere. Quindi il richiamo è che chi ha segnali denunci, denunci, denunci».