Una cascina di Romano trasformata in una favelas: clandestini e famiglie vivevano nei garage
Dopo aver forzato delle assi di legno che coprivano un'entrata, gli agenti hanno trovato una signora anziana, un adulto e un minore. C'erano poi altre persone e tre di essi erano irregolari
Erano da poco passate le 8 di lunedì 9 novembre quando un convoglio formato da pattuglie della Polizia locale e dei Carabinieri della stazione di Romano hanno circondato Cascina Bradella, in via Albarotto. Le forze dell’ordine sono arrivate con l’intento di effettuare controlli volti alla prevenzione e repressione dello spaccio di stupefacenti e della regolarità degli edifici e degli occupanti dei locali nella struttura sita nella periferia ad est della città. Il blitz lo racconta PrimaTreviglio.
Gli agenti però, una volta addentrati nel cortile della cascina, hanno scoperto, grazie anche all’unità cinofila dei Carabinieri, uno scenario da favelas. Dopo aver forzato delle assi di legno che coprivano un'entrata, gli agenti hanno trovato una famiglia, composta da una signora anziana, un adulto e un minore, che viveva in un garage. E non solo. Da una verifica di tutti gli occupanti dei locali dell’edificio, è risultato che tre di essi erano irregolari, clandestini sul territorio nazionale. Uno di questi, di nazionalità indiana, è stato denunciato per violazione delle norme sull’immigrazione. Gli altri due, tunisini e già con precedenti, sono stati accompagnati in un centro di identificazione ed espulsione a Gorizia in attesa dell’espulsione coatta dall’Italia.
Come sottolineano i colleghi di PrimaTreviglio, non è la prima volta che Cascina Bradella è al centro di notizie di cronaca per essere stata oggetto di operazioni di polizia. L’edificio è di proprietà di un noto imprenditore romanese che la mattina di lunedì è stato chiamato dalla Polizia locale per spiegare i motivi per cui una famiglia vivesse in un garage di sua proprietà, ma essendo impossibilitato a presenziare al suo posto sono arrivate le figlie. «In città non devono esistere zone franche dove non vige il rispetto della legge - ha detto il sindaco con delega alla Sicurezza, Sebastian Nicoli -. Ora approfondiremo le destinazioni d’uso di tutti i locali degli edifici e chi è responsabile pagherà per la situazione di illegalità e degrado scoperchiata dalle forze dell’ordine, a cui va il mio plauso».