All’Università di Bergamo, dal prossimo 1° agosto 2020, partirà la Fase 3 che proseguirà fino a tutto febbraio 2021. lI rettore Remo Morzenti Pellegrini ha inviato una lunga lettera agli studenti che ne spiega i dettagli. Quattro i punti su cui si è lavorato per poter svolgere l’attività all’interno dell’Ateneo in questa fase post-lockdown. Innanzitutto la sicurezza. È necessario garantire il più possibile la sicurezza di tutte le persone che gravitano attorno all’Università: dagli studenti, ai docenti, al personale tecnico-amministrativo. A seguire è necessario sapersi adattare. Nessuno è in grado di prevedere cosa succederà nei prossimi mesi e se ci si troverà nuovamente in una condizione di lockdown. Occorre quindi essere pronti a qualsiasi eventualità anche a operare integralmente a distanza. Il terzo punto riguarda l’accessibilità. Si vuole garantire a tutti la possibilità di operare al meglio, anche per coloro (si pensi agli studenti stranieri) che, per motivi contingenti o strutturali, possano avere difficoltà nell’accesso. Da ultimo, ma non ultimo, la possibilità di svolgere le lezioni in presenza. L’Università degli studi di Bergamo basa e proprie attività sulla presenza in Ateneo e vuole che gli studenti vivano i suoi spazi in modo attivo e partecipato. L’Università è, per eccellenza, un luogo di aggregazione e di incontro tra studenti e docenti. Pertanto, nei limiti imposti dai punti precedenti, l’Ateneo ha l’obiettivo di favorire le attività in presenza a fronte di quelle a distanza.
Le lezioni potranno svolgersi in presenza per i corsi che contano meno di 50 studenti; per quelli, invece con più di 50 studenti le lezioni si terranno a distanza, così come nel caso di corsi con numerosi studenti, si potranno prevedere anche dei sistemi di turnazione in modalità mista. Il numero massimo di 50 studenti è stato individuato per via della capienza della aule, considerando il rispetto della distanza minima di un metro e la necessità di evitare assembramenti, come specificato nelle linee guida nazionali.
A partire dal prossimo settembre 2020, gli esami di profitto si terranno in presenza, nel rispetto dei distanziamenti e della capienza delle aule e con una precisa procedura di svolgimento. Sarà comunque concessa la possibilità di svolgere esami a distanza. È stato deciso che anche le discussioni delle lauree magistrali e le proclamazioni delle lauree triennali saranno svolte in presenza, a partire dalla sessione autunnale dell’anno accademico 2020-21, comprese quelle previste per il mese di settembre. L’accesso a parenti e amici è consentito solo in modalità a distanza. Alla discussione potranno presenziare solamente due persone al massimo per ciascun candidato potranno partecipare in presenza alla discussione. Per quanto riguarda la celebrazione pubblica dei laureati a distanza dei mesi di marzo, aprile e luglio 2020, è allo studio una modalità che ancora è in attesa delle autorizzazioni. Quest’anno non sarà possibile celebrare il Graduation Day, ma si conta di ripristinarlo non appena la situazione sanitaria lo permetterà.
Il programma Erasmus+, che prevede la mobilità degli studenti al’estero è autorizzato solo se la situazione sanitaria nazionale e internazionale consentirà il regolare svolgimento delle attività e dei collegamenti internazionali; se non saranno emanate nuove e ulteriori disposizioni al riguardo da parte delle Autorità competenti e se ci sarà l’autorizzazione da parte dell’Istituto Partner ospitante o dell’Azienda ad accettare e a consentire la regolare realizzazione delle mobilità concordate, così come previste dagli accordi inter-istituzionali. Il Rettore Remo Morzenti Pellegrini rivolgendosi agli studenti ha sottoineato che «il primo semestre del prossimo anno accademico sarà un’ulteriore occasione per sperimentare nuovi modi per stare insieme e per definire, sulla base pratica oltre che teorica, quali siano le soluzioni migliori per garantire alla nostra comunità accademica di continuare a essere quello che è sempre stata, ossia un’Università attenta ai rapporti umani, capace di ascoltare le esigenze dei propri studenti e, al contempo, di farsi ascoltare e dare consigli in qualità di guida scientifica, una piccola ‘società del pensiero condiviso’, insomma, che ha modo di agire principalmente grazie al dialogo e alle sinergie che si sviluppano al suo interno».