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Sopravvissuto nel bagno del market un visone liberato dagli animalisti

Sopravvissuto nel bagno del market un visone liberato dagli animalisti
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Cosa ci fa un visone al supermercato? Sembra l’inizio di una barzelletta, eppure devono esserselo domandati in molti al centro commerciale di Caravaggio, dove è stato ritrovato il simpatico animaletto, presumibilmente facente parte della partita di visoni fatta fuggire da Misano tra il 30 e il 31 dicembre. A raccontare la vicenda è stata Silvia Stuani, la dipendente che ha fatto la bizzarra scoperta: «Di domenica, facendo le pulizie con la mia collega, abbiamo sentito dei rumori. Inizialmente pensavamo fosse un gatto o un topo, ma quando l’ho visto ho pensato fosse un furetto. Abbiamo provato in ogni modo a prenderlo, ma non c’è stato verso: si capiva che non era del tutto intimorito dagli umani, per cui abbiamo pensato fosse stato perso o abbandonato, ma non si lasciava comunque catturare. Allora ho chiamato Fulvio Pagani, guardia ecologica di Pagazzano, che in collaborazione con il veterinario Salvatore Di Mauro di Caravaggio ha posto una gabbia nei bagni del centro commerciale. Pensavamo di averlo perso, perché il visone si era infilato in alcuni cunicoli sotto ai quadri elettrici del locale, invece dopo un paio di giorni l’abbiamo trovato nella gabbia».

 

 

«Una volta catturato abbiamo appurato che si trattava di un visone – ha spiegato invece Pagani – e abbiamo intuito fosse uno di quelli fatti fuggire da Misano tempo fa. Io e Di Mauro, dunque, abbiamo allertato i carabinieri per sapere il da farsi, e ci hanno detto di consegnarlo a un centro apposito. Non potevamo portarlo qui in Val Predina come facciamo di solito perché non è un animale autoctono della zona, per cui ci siamo informati e alla fine l’abbiamo portato al rifugio Miletta, un centro di recupero avifaunistico ad Agrate Conturbia (NO)».

 

 

«Dal mio punto di vista – ha concluso Pagani – è interessante sottolineare come gli animali autoctoni vadano liberati nella zona, ma animali come questo, che non sono originari del territorio, non possano essere lasciati qui, perché possono andare ad alterare gli equilibri locali».

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