Sentimenti primitivi

Uomini che odiano le auto tedesche e tagliano pure le gomme alle Audi

Uomini che odiano le auto tedesche e tagliano pure le gomme alle Audi
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Se volessimo fare dell’antropologia da bar, potremmo dire che i tedeschi non spiccano per simpatia. «Non scherzano mai», dice un’efficace pubblicità di un’auto che ha il marchio teutonico, Opel, ma che in realtà dal 1929 è di proprietà americana, della General Motors. E infatti quando si parla di macchine tedesche si pensa ad altro. Volkswagen, innanzitutto, nel cui gruppo c’è anche l’Audi. Poi Mercedes e Bmw. Sono in buona parte auto molto costose: solo Volkswagen (che del resto significa «auto del popolo») sforna delle utilitarie più o meno alla portata di tutti. Questo è uno dei motivi per cui i sentimenti verso questi marchi non sono sempre benevoli. Anzi, c’è chi li odia. Forse per una certa spocchia associata sia alle vetture in sé che alla classe sociale di chi le compra. Sicuramente perché c’è quella presunzione di infallibilità tutta germanica che a noi, fallibilissimi italiani, proprio non va giù. Quando poi scopriamo che come affidabilità non sempre le tedesche brillano, o peggio sono accusate di truccare i dati di emissione dei gas attraverso un software fraudolento, come neanche il più scaltro dei truffatori napoletani, allora esultiamo. «Sono solo bravi nel marketing», si sentiva dire tra brioches e cappuccini nei giorni dello scandalo dieselgate. Ovvero, presunzione costruita sulla fuffa. Comunque, scandali e invidie a parte, le auto tedesche restano le più desiderate e, in una certa misura, prestigiose. Soprattutto a livello manageriale.

Quando l’odio diventa reato. A Treviglio i possessori di auto tedesche, soprattutto Audi, hanno avuto vita dura negli ultimi mesi: numerose le denunce di automobilisti che, dopo aver parcheggiato i loro macchinoni nella zona della Stazione Centrale, piazza Indipendenza e via Filagno, al ritorno lamentavano il danneggiamento delle gomme, trovate squarciate con un coltello. Una violenza primitiva. Un uomo si è visto bucare tutte e quattro le gomme della sua auto, posteggiata in piazza Insurrezione, per ben tre volte. Tant’è che alla fine ha deciso di parcheggiare altrove. L’autore di quegli attentati ai pneumatici è stato preso venerdì: quando gli uomini del commissariato di polizia lo hanno portato in ufficio, gli hanno chiesto il perché dei suoi gesti. Lui, un pensionato di 63 anni fino a quel momento del tutto sconosciuto alle forze dell’ordine, una vera spiegazione non l’ha data. Anzi, una sì: «Odio le Audi».

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Come agiva l’«antitedesco». Il pensionato è stato preso grazie alle immagini delle telecamere di zona. E alla sua auto. Chiaramente non tedesca, ma francese, e utilitaria: Citroen. Nei filmati si vedeva appunto un individuo sui 60 anni, con una borsa a tracolla e una cuffia in testa, che dopo essersi avvicinato ai mezzi estraeva un coltello dallo zaino e lo piantava ripetutamente nelle ruote. In certi casi anche su più auto parcheggiate vicine. Gli agenti, quindi, hanno tenuto la situazione sotto controllo. Quando venerdì hanno visto in via Filagno una persona con le caratteristiche del ricercato, l’hanno tenuto d’occhio. Ha agito nel solito modo: sguardi circospetti, quindi fendenti a ripetizione sulle gomme dell’Audi del momento. I poliziotti hanno cercato di raggiungere l’uomo, che a sua volta ha cercato di fuggire gettando il coltello in un’aiuola. Tutto inutile: bloccato, è stato perquisito. Recuperato e sequestrato il coltello a serramanico.

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