Uomo di sente male in montagna, rifugista del Merelli al Coca lo salva con il defibrillatore
Intervento efficiente e fondamentale, che ha permesso al 59enne un completo recupero senza conseguenze neurologiche
Salvare una vita, a volte, è questione di pochi, critici, minuti. Quello accaduto domenica 6 agosto al rifugio Merelli al Coca, quasi duemila metri di altitudine in territorio di Valbondione, non è stata solo questione di tempismo, ma anche - e soprattutto - di sangue freddo. E di presenza, capillare, di quei defibrillatori voluti e installati dal Cai di Bergamo in tutti i suoi rifugi.
Un'efficienza profusa, che domenica pomeriggio ha permesso di salvare la vita a un uomo di 59 anni che si era sentito improvvisamente male a una decina di minuti dal rifugio. Subito è scattata la chiamata al 112, allertato dai rifugisti che hanno prestato il primo, fondamentale, soccorso portando con sé il defibrillatore.
L'uomo sta bene: fondamentale l'intervento del rifugista
L'uomo era cosciente, hanno raccontato a L'Eco di Bergamo (che ha riportato la notizia), ma riportava tutti i sintomi di un infarto in corso: formicolio al braccio sinistro, peso sullo sterno. Poi improvvisamente il 59enne è svenuto: il rifugista ha così avuto la prontezza di applicare il defibrillatore, effettuando il massaggio cardiaco in attesa dell'arrivo dell'elisoccorso, giunto sul posto una quindicina di minuti più tardi.
Quel pronto intervento è stato fondamentale per salvare la vita all'uomo che, trasportato prima nel reparto Emodinamica poi in Terapia Intensiva cardiochirurgica all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dopo un solo giorno è già stato estubato. Per lui si prospetta un completo ricovero, senza alcuna conseguenza neurologica.
Quello impiegato dal rifugista del Merelli al Coca è uno dei nuovi defibrillatori installati quest'anno dal Cai Bergamo, che ha sostituito quello collocato nel 2007 grazie al progetto Bergamo Vita. Attraverso un finanziamento ricevuto dal Cai nazionale, la sezione orobica ha infatti recentemente provveduto a fornire i rifugi di macchinari automatici più leggeri e trasportabili anche a distanza. Ogni anno, inoltre, vengono organizzati corsi di formazione e aggiornamento a cui tutti partecipano.