paradossale

Va in tribunale per un'udienza ma nelle carte risulta morto: giura di essere vivo

Protagonista della vicenda è il figlio di un uomo morto alcuni mesi fa, del quale era tutore legale. L'equivoco nato da un errore burocratico

Va in tribunale per un'udienza ma nelle carte risulta morto: giura di essere vivo
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«Giura di non essere morto?», «Sì signor giudice, lo giuro». È un dialogo surreale quello avvenuto lunedì scorso in un’aula del tribunale di Bergamo per colpa di uno scambio di generalità. Il protagonista della vicenda, resa nota da L’Eco di Bergamo, è il figlio e tutore legale di un uomo, morto alcuni mesi fa.

Peccato però che nelle carte dell’udienza civile le generalità del defunto fossero quelle del figlio, ancora perfettamente in salute, e che per un banalissimo errore di trascrizione il giudice fosse entrato in aula convinto di trovarsi di fronte il padre anziano e di dover quindi procedere al cambio del tutore legale.

Una vicenda dal risvolto comico, se solo non si pensasse a come un errore burocratico possa ingolfare ulteriormente l’attività dei tribunali. L’equivoco, ad ogni modo, è stato chiarito nel giro di qualche minuto, quando il figlio ha spiegato come stavano le cose. Ciononostante per poter aggiornare l’udienza è stato necessario sentenziare su chi fosse vivo e chi fosse morto, ragione del paradossale scambio di battute.

L’udienza per la cessione formale della tutela è stata fissata per gennaio.

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