Vaccinati perché "obbligati" dal Green Pass, minacciano il personale dei centri vaccinali
Per il momento non si è ancora arrivati alle mani, ma le minacce agli operatori sanitari sono inequivocabili. I casi bergamaschi
In Bergamasca, il 92,13 per cento dei cittadini aventi diritto ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino anti-Covid. La stragrande maggioranza dei bergamaschi ha quindi dimostrato senso di responsabilità, aderendo con convinzione alla campagna vaccinale; altri, nutrendo timori legittimi, alla fine si sono fidati del parere dei medici e degli scienziati.
C’è però anche una minoranza di persone incattivite da quasi due anni di pandemia, che si sono vaccinate solo dopo l’introduzione del Green Pass sui luoghi di lavoro e che hanno scelto di sfogare la propria rabbia sui medici e gli infermieri degli hub vaccinali.
Per il momento non si è ancora arrivati alla violenza fisica per fortuna, ma le minacce agli operatori sanitari sono inequivocabili. Il canovaccio, secondo le testimonianze raccolte da L’Eco di Bergamo, è più o meno questo: «Mi vaccino perché costretto e se mi succede qualcosa torno e vi spacco la faccia».
A raccontare gli insulti e le intimidazioni rivolte agli operatori sanitari, oltre che questo clima di aggressività crescente, è stata Adriana Alborghetti, direttrice delle professioni sanitarie e sociali dell’Asst Bergamo Est oltre che responsabile organizzativa dei centri vaccinali in capo all’azienda ospedaliera.
Nell’hub di Chiuduno, in un caso, sono dovuti intervenire anche i carabinieri per allontanare un uomo che ha fermato l’attività di un box dell’anamnesi per un paio d’ore. Il vaccinando si era presentato dicendo di essere un medico, accompagnato dal proprio avvocato. Quindi ha preteso che il medico presente all’accettazione producesse un documento in cui si dichiarava che l’uomo era stato costretto a vaccinarsi.