Il portale di Poste per i vaccini convince tutti. Ma è polemica sulle inefficienze passate
Oggi al via le prenotazioni per gli anziani tra i 75 e i 79 anni. Ma il sindacato dei pensionati si scaglia contro la Regione: «Quanti morti ci sono costati i disservizi precedenti? Chi pagherà per i 22 milioni di euro buttati da Aria?»
Poste Italiane ha riportato (per il momento) ordine in Lombardia. Il nuovo sistema di prenotazione online del vaccino anti-Covid funziona e, soprattutto, convince, nonostante si debba portare un po’ di pazienza per attendere il proprio turno.
Oggi, venerdì 2 aprile, si aprivano le prenotazioni per gli anziani dai 75 ai 79 anni e gli occhi di tutti erano puntati sul funzionamento del nuovo portale adottato dal Pirellone, visto che il precedente aveva creato ben più di un disservizio: nelle prime tre ore sono già state circa 100 mila le prenotazioni, come confermato dal presidente Attilio Fontana in visita al centro vaccinale di Clusone.
Le buone notizie di oggi però fanno emergere con ancor maggiore chiarezza tutte le inefficienze di un portale che a Regione Lombardia è costato oltre 20 milioni di euro, mentre Poste aveva messo a disposizione il proprio già da dicembre e a titolo gratuito. Caustico il commento del consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta: «Ci voleva Poste Italiane per portare efficienza in terra padana. È il contrappasso».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindacato dei pensionati della Cisl. «Stamattina amici e conoscenti hanno provato il portale di Poste Italiane – commenta il segretario regionale lombardo Emilio Didonè -. Funziona velocemente e puoi scegliere data luogo e orario. Incredibile, ma vero. Provo grande rabbia, indignazione e frustrazione per i disastri precedenti di qualche incapace super pagato».
«Qualcuno pagherà per i 22 milioni di euro buttati con il portale Aria? – si domanda Didonè -. Quante vite sono costate gli errori a catena? Il generale Figliuolo ha visitato subito Calabria, Lombardia e Sicilia. Non è un caso siano le tre Regioni messe peggio sui vaccini. Di solito, infatti, se vuoi migliorare si parte dal peggio».