Valle di Scalve: «I test sierologici fateli da noi»
Il presidente della Comunità montana Valle di Scalve ha scritto all'Azienda ospedaliera Bergamo Est e a Regione Lombardia perché si faccia uno studio su un territorio circoscritto con 4.500 abitanti.
La ripresa delle attività e il ritorno alla normalità quotidiana è legata alla patente di immunità che deriva soltanto dopo aver trovato una via sicura attraverso un test sierologico. Siamo ai prodromi della questione, ma l’urgenza di una ripresa economica e le pressioni che ne derivano sono forti e occorre fare presto. In questo contesto il presidente della Comunità montana della Valle di Scalve, Pietro Orrù, ha inviato una proposta all’Azienda ospedaliera Bergamo Est e a Regione Lombardia perché i test sierologici, che dovrebbero prendere il via dal 20 aprile, possano iniziare dagli abitanti della Valle di Scalve. «Abbiamo pensato di proporre la Valle di Scalve come territorio di "sperimentazione" - scrive il presidente Orrù - in quanto innanzitutto siamo tra i luoghi più colpiti; siamo geograficamente circoscritti tra confini naturali specifici e con una popolazione residente molto contenuta (circa 4.500 persone); in questo modo si potrebbe verificare come si è evoluto il virus e in che modo si è diffuso tra la popolazione, in base alla densità abitativa e ai collegamenti con i territori circostanti. La caccia agli anticorpi che provano l’avvenuto contagio sarà fondamentale per la "patente di immunità" e dunque per organizzare la fase della ripartenza».