Informatica salvavita

Valseriana 3D, ovvero Omar, Luca e Dario: quei bravi “smanettoni” al servizio degli ospedali

Da un semplice hobby nasce l'adattore che salva vite in ospedale. «La nostra passione è diventata servizio, ne siamo orgogliosi»

Valseriana 3D, ovvero Omar, Luca e Dario: quei bravi “smanettoni” al servizio degli ospedali
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di Giambattista Gherardi

Domenica 22 marzo l’appuntamento era di quelli da non mancare. Come ogni anno alla quarta domenica di Quaresima, il centro storico di Gandino avrebbe accolto migliaia di visitatori per la celeberrima e frequentatissima “Fiera di San Giuseppe” con centinaia di bancarelle e attrazioni. Fra queste, immancabile, la vetrina di Valseriana 3D, che negli ultimi anni lasciava tutti a bocca aperta mostrando al vero e sul posto la creazione di piccoli oggetti grazie ad una stampante tridimensionale.

il team di Valseriana 3D con Giampaolo Bellini e la targa dell'Europa League

L’idea è partita cinque anni fa grazie a tre hobbisti appassionati di informatica: Omar Pedretti di Cene, Dario Castelli e Luca Servalli, entrambi di Gandino. Omar lavora da Hifi Moroni a Comenduno, Luca è titolare di una cartoleria a Gandino e Dario lavora in ABB. In questi anni sono arrivate piccole grandi soddisfazioni, le targhe celebrative per l’Atalanta in Europa (pezzi unici donati, per esempio, a Giampaolo Bellini) oppure i mini coccodrilli per il Santuario di Ponte Nossa. «Mai avremmo pensato - spiega Omar - di poter contribuire nel nostro piccolo a fare del bene per la creazione delle valvole “salvavita” utili a convertire ad uso ospedaliero le maschere da snorkeling».

Una fase della stampa 3D

Come è noto, un ex primario bresciano unitamente a un’azienda, ha reso possibile con un semplice adattatore (stampato appunto in 3D) l’utilizzo di queste maschere in ambito sanitario, in luogo dei C-Pap (i purtroppo noti caschi per l’ossigeno) per terapia sub-intensiva. Il nuovo raccordo (che gli ideatori hanno chiamato valvola Charlotte) è stato testato con successo all’ospedale di Chiari (Bs). L’azienda Isinnova e il dottor Roberto Favero, che hanno messo a punto il progetto, hanno precisato da subito che «né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità. L’uso da parte del paziente è subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, tramite dichiarazione firmata».

Una soluzione di emergenza, è ovvio, che da un lato ha visto centinaia di cittadini offrire le proprie maschere, dall'altro realtà amatoriali o addirittura domiciliari come Valseriana 3D provvedere alla stampa tridimensionale degli adattatori. Omar, Dario e Luca hanno messo in funzione la propria stampante a pieno ritmo, coinvolgendo anche Cristian Bergamini di Cazzano S.Andrea. Ogni adattatore richiede un tempo di stampa attorno alle 8 ore e a oggi hanno già prodotto una quindicina di pezzi, che verranno donati all’ospedale di Piario ed all’ospedale allestito in Fiera dagli Alpini.

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