Verso il ritorno in classe: solo il 50 per cento dei liceali in classe, orari scaglionati e più autobus (anche a noleggio)
Regione, Comuni capoluogo, Anci, Upl e ufficio scolastico regionale, invieranno lunedì al Governo una lettera in cui chiederanno che la ripresa delle lezioni in presenza avvenga «gradualmente, a partire dal 50 per cento, per risolvere alcune criticità che potrebbero favorire una ripresa dei contagi»
La considerazione era già emersa nei giorni scorsi, ma ora è stata messa nero su bianco. Garantire il ritorno in classe al 75 per cento dei liceali e mantenere come limite la metà della capienza totale a bordo dei mezzi pubblici è impossibile. Per questa ragione lunedì (21 dicembre) Regione, Comuni capoluogo, Anci, Upl e ufficio scolastico regionale, invieranno al Governo una lettera in cui chiederanno che la ripresa delle lezioni in presenza dal 7 gennaio avvenga «gradualmente, a partire dal 50 per cento, per risolvere alcune criticità che potrebbero favorire una ripresa dei contagi».
La decisione è stata condivisa durante il vertice convocato dal presidente Attilio Fontana, cui hanno partecipato anche gli assessori regionali Melania Rizzoli (Istruzione, Formazione e Lavoro), Claudia Maria Terzi (Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile), Massimo Sertori (Enti locali, Montagna e piccoli Comuni) e il prefetto di Milano Renato Saccone. I partecipanti alla riunione hanno convenuto che la percentuale del 50 per cento è cautelativa, con l'obiettivo di arrivare gradualmente a consentire la didattica in presenza al 75 per cento degli studenti. Altro punto condiviso è stato lo scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita dagli edifici scolastici. Secondo le prime stime rese note dal Pirellone, ancora provvisorie, per garantire il necessario distanziamento sui mezzi di trasporto e il loro potenziamento sarebbero necessari fondi per circa 100 milioni di euro.
Il tema della ripresa scolastica è stato discusso anche ieri in Prefettura, nel corso della seconda riunione del tavolo di coordinamento istituito dal prefetto Enrico Ricci. Nel corso della riunione sono state valutate le variabili che incidono maggiormente nella domanda di mezzi pubblici in provincia ed è emerso che nelle ore di punta, secondo i dati del 2019, l’85 per cento dei passeggeri delle linee extraurbane e il 65 per cento di quelle urbane è costituito da studenti. Le stime, almeno per il momento, non tengono conto degli universitari, che continueranno a seguire le lezioni a distanza. Durante il vertice in Prefettura è stato deciso che gli istituti superiori e quelli di formazione professionale suddivideranno gli ingressi secondo due fasce orarie (alle 8 e alle 10) ripartendo gli alunni al 50 per cento per ognuna, mentre le uscite saranno spalmate su quattro fasce orarie (12, 13, 14 e 15).
Le aziende di trasporto pubblico locale aumenteranno del 42 per cento le corse extraurbane e del 30 per cento quelle urbane, anche con l’impiego di autobus a noleggio. Un sistema che verrà mantenuto anche qualora Dpcm o altre normative determinassero una riduzione della percentuale degli alunni presenti in classe. Il documento approvato in Prefettura prevede anche la necessità di un potenziamento del controllo da parte del personale delle aziende di trasporto pubblico nei punti più frequentati dagli studenti, come le pensiline o la stazione Autolinee.