Russia-Ucraina, un mezzo accordo
Il vertice di Milano Russia e Ucraina sono tornate al tavolo per discutere della crisi nella regione. Un confronto a tappe, che ha segnato l'ultima giornata dei lavori del vertice Asem. Al mattino, in Prefettura, il presidente russo Vladimir Putin, il suo omologo ucraino Petro Poroshenko, il premier italiano Matteo Renzi in veste di padrone di casa, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francoise Hollande, il premier britannico David Cameron, il presidente uscente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo Erman Van Rompuy e il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini si sono incontrati per circa un'ora e mezza. Dopo il pranzo di lavoro Putin-Renzi, nel pomeriggio, si è svolto un secondo vertice tra Russia, Ucraina, Francia e Germania. Infine, in albergo, c'è stato un bilaterale Putin-Poroshenko in albergo.
Poroshenko al termine del primo incontro ha detto che «sono stati raggiunti tre accordi principali» che dovrebbero porre le basi per la risoluzione della crisi ucraina e delle sue implicazioni nella questione fornitura di gas per l’inverno. Russia e Ucraina si impegnano 1) a seguire fermamente il memorandum di Minsk; 2) a tenere elezioni nella regione di Donetsk sulla base della legge ucraina; 3) a porre le basi e i parametri principali per un accordo sul gas.
Dopo l'ultimo incontro a due, durato poco meno di un'ora, è però emerso che proprio sul gas i due leader non avrebbero trovato l’intesa. «Non abbiamo raggiunto alcun risultato concreto», ha detto Poroshenko. C’è tuttavia fiducia «sulla possibilità di trovare una soluzione entro il meeting a Bruxelles del 21 ottobre con i rappresentanti della commissione europea». Dal canto suo, Putin ha parlato di «un accordo parziale: la ripresa delle forniture di gas ci sarà», almeno per l’inverno.
Il vertice al mattino in Prefettura. Quello della mattinata in Prefettura, è stato un incontro “buono, positivo” come lo ha definito lo stesso Putin. Gli entusiasmi si sono però presto smorzati, con una dichiarazione dal portavoce del Cremlino che ha sottolineato come sia solo la Russia a volere la pace nell’area e che i colloqui “sono davvero difficili, carichi di incomprensioni, disaccordi” poichè c’è una parte di alcuni partecipanti al vertice che non si vuole rendere conto che nel sud est dell’Ucraina è il corso una guerra civile. Cameron e Barroso hanno ribadito come il rispetto da parte di Mosca degli accordi di Minsk, dove Russia e Ucraina hanno stabilito il cessate il fuoco, sia fondamentale per l’Unione Europea, altrimenti verranno mantenute le sanzioni. Putin aveva già discusso in un primo incontro informale nella tarda serata di giovedì con la cancelliera Merkel dell’accordo di Minsk e tra i due, come riferisce il Cremlino, sono rimaste ancora “forti divergenze sulla genesi del conflitto interno ucraino, come sulle cause profonde di quello che succede in questo momento”.
L’opinione dell’Italia (e i suoi interessi). Più ottimista, e diplomatico, Matteo Renzi. "Penso che abbiamo fatto un passo avanti", anche se "ci sono delle differenze" sono state le sue parole dopo l’incontro. Renzi ha spiegato che l’Europa, su proposta del francese Hollande, è disponibile a collaborare per il "controllo delle frontiere" in Ucraina "anche con i droni", aggiungendo che così come "non possiamo accettare l'instabilità dell'Ucraina, dobbiamo tuttavia coinvolgere la Russia nelle grandi questioni internazionali". Secondo il premier la Russia può dare un importante contributo molto importante nel contrastare l'epidemia del virus di Ebola, la lotta all'Isis, la Libia e altre crisi internazionali.
Stando alle parole di Renzi sembrerebbe quasi di intravedere una possibilità di sblocco della questione sanzioni che stanno condizionando pesantemente non solo l’economia russa, ma anche quella dei suoi partner commerciali, tra i quali l’Italia riveste un ruolo di primo piano. Dopotutto al centro dei colloqui tra Putin e i leader italiani c’erano le prospettive di cooperazione economica. L’Italia è al secondo posto in Europa e al quarto nel mondo tra i partner commerciali della Russia, e le sanzioni hanno ridotto un volume d’affari che superava i 34 miliardi di dollari. Da Mosca, intanto, fanno sapere che si sta ''sviluppando attivamente la cooperazione nel settore energetico. Eni e Gazprom realizzano il gasdotto South Stream (di cui il 20% è partecipazione italiana)'' si apprende dall'ufficio stampa del Cremlino. Inoltre ''Società italiane sono impegnate nell'esplorazione e lo sfruttamento di giacimenti di petrolio e gas in Russia (Mar Nero e Siberia), effettuano studi sismici sulla piattaforma artica del Mar di Barents (progetto congiunto con Rosneft, le riserve sono stimate a 2 miliardi di tonnellate di petrolio), sono coinvolte nei programmi di riattrezzamento tecnologico delle centrali elettriche russe Engineering (Enel ha acquisito e modernizzato in Russia diverse stazioni a gas)''. Un’occasione di crescita troppo importante perché venga stoppata dalla sanzioni.
I temi sul tappeto. Durante il vertice Asem a Milano si sono affrontati i grandi temi mondiali: cambiamenti climatici, epidemie, crimine internazionale, terrorismo. Ad aprire i lavori è stato giovedì 18 ottobre il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompouy, che ha spiegato come ci sia la necessità di migliorare la cooperazione finanziaria e economica tra i due continenti, colmando i differenziali di sviluppo. Dopo la prima giornata di lavori il messaggio emerso è quello che bisogna lavorare insieme per uscire dalla crisi. Crescita e innovazione sono state le due parole chiave della giornata. «Credo sia importante che da qui si esca con una posizione comune sulla crescita sostenibile quale priorità condivisa», ha detto il premier Renzi nel suo discorso di apertura del summit, in cui ha chiesto ai vari leader presenti di unirsi al fine di risolvere le vere cause della povertà per «garantire la sicurezza alimentare, le risorse idriche, la sicurezza energetica, opportunità sociali e pari opportunità per donne e giovani nel mondo del lavoro». Un vertice che secondo Renzi ha dato un preciso messaggio: «è necessario migliorare la cooperazione tra i Paesi per la risoluzione dei problemi sul tavolo. Bisogna incoraggiare gli sforzi per realizzare la pace e il dialogo nelle zone colpite dalla crisi».
Italia e Cina unite contro la contraffazione. Poco prima dell’apertura dei lavori, al politecnico di Milano Renzi ha accolto il premier cinese Li Keqiang, con il quale ha discusso in merito alla tutela della “proprietà intellettuale”. Tradotto: un auspicio alla collaborazione contro la contraffazione e una lotta ai falsi, perché, come afferma il premier cinese, «solo così possiamo portare avanti la collaborazione».