In aula

Viaggi pagati ma non validi: finisce in Tribunale la vicenda dell'agenzia viaggi di Seriate

La prima udienza della causa collettiva promossa da Federconsumatori Bergamo a tutela di 55 cittadini è prevista per l'11 gennaio

Viaggi pagati ma non validi: finisce in Tribunale la vicenda dell'agenzia viaggi di Seriate
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Approda in Tribunale la vicenda dell'agenzia Arlecchino Viaggi di Seriate, che lo scorso agosto aveva improvvisamente chiuso lasciando i propri clienti con biglietti (aerei e di traghetti) non validi e prenotazioni mai avvenute per soggiorni, però già pagati. In molti si erano ritrovati a rinunciare alla partenza per le vacanze, altri erano stati costretti a mettere mano al portafoglio per acquistare una seconda volta titoli di viaggio e pacchetti.

La prima udienza della causa collettiva promossa da Federconsumatori Bergamo a tutela di 55 cittadini coinvolti, rappresentati dall'avvocata Rita Persico, è fissata per domani 11 gennaio alle 9.30: tra settembre e ottobre, l'associazione aveva infatti raccolto le loro rimostranze.

«Abbiamo inviato un reclamo alla Arlecchino Viaggi srl, chiedendo i rimborsi delle somme spese e indebitamente trattenute dall'agenzia, che si faceva pagare rilasciando però titoli di viaggio non validi - ha spiegato Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo -. Non avendo mai ottenuto alcuna risposta, a novembre abbiamo valutato tutti insieme e con il nostro legale l'opportunità di intraprendere un'azione giudiziaria. All'inizio di dicembre, la causa collettiva è stata avviata».

«C'è chi si è ritrovato a fare la colletta»

I cittadini hanno richiesto rimborsi che variano da un minimo di seicento fino a un massimo di quindicimila euro. Coinvolti non solo vacanzieri, ma anche persone di origine straniera che durante le ferie, con le loro famiglie, dovevano raggiungere i Paesi d'origine, o da lì dovevano rientrare in Italia. «Tra questi - ha proseguito Perria - anche chi ha dovuto intraprendere viaggi lunghissimi in traghetto, fino a quaranta ore, di rientro da Tunisia e Marocco, traghetti per i quali avevano pagato una cabina e i pasti. Si sono ritrovati nei porti, costretti a fare colletta tra i propri connazionali per ricomprare i biglietti, per il solo passaggio ponte, senza pasti, con bambini piccoli al seguito».

Alla vigilia dell'udienza, l'auspicio di Federconsumatori è che la Arlecchino Viaggi si presenti in giudizio. «Sappiamo che avrebbe dovuto depositare la propria memoria difensiva entro il 2 gennaio, ma non lo ha fatto, almeno non fino a oggi - ha concluso Perria -. Nel caso non si costituisca in giudizio, speriamo comunque in una rapida definizione del procedimento».

I dettagli della vicenda appaiono tuttavia ancora fumosi. Inizialmente il titolare, Mario Rossi, aveva parlato di una dipendente che - a suo dire - aveva «l'operatività di poter effettuare prenotazioni, pagamenti e tutta la contabilità dell'agenzia», denunciando ai carabinieri di Seriate la sparizione di alcuni soldi dal conto corrente. La stessa dipendente, che lavorava lì da ben vent'anni, risultava inizialmente non rintracciabile: successivamente, tramite il suo legale, aveva fatto sapere di essere andata in pronto soccorso per problemi di salute e poi di non essersi più presentata al lavoro perché «da cinque mesi non riceveva lo stipendio».

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