Violazioni nella gestione dei migranti, arrestati tre operatori di una cooperativa sociale
I reati contestati sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, sfruttamento del lavoro nero, riciclaggio e ulteriori violazioni
I carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo hanno arrestato questa mattina (martedì 16 giugno) tre persone impiegate in una cooperativa sociale, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, sfruttamento del lavoro nero, riciclaggio e altri reati.
Le indagini sono nate da una violenza sessuale avvenuta nel 2017ai danni di un’operatrice di un Centro di accoglienza straordinaria in provincia, riferibile alla cooperativa. Per l’episodio era stato identificato un migrante, ma nell’occasione risultarono evidenti diverse carenze nella gestione del Centro, a partire dalla mancanza di personale qualificato fino al controllo approssimativo dei cittadini stranieri. Nel corso delle indagini le forze dell’ordine hanno scoperto un sistema di malaffare nella gestione dell’accoglienza, agevolato anche da rapporti con alcuni funzionari pubblici.
La truffa aggravata ai danni dello Stato è riferibile alla produzione e alla falsificazione di documenti contabili, fatture e registri di presenze dei migranti per giustificare le spese mai sostenute dal Centro. Gli inquirenti hanno poi scoperto ulteriori reati, come lo sfruttamento dei richiedenti asilo in attività lavorative per conto della cooperativa e delle attività commerciali da loro controllate (privi delle tutele necessarie). Inoltre, è emerso che anche i capitali della cooperativa venivano utilizzati e sottratti per scopi personali, o impiegati in attività estranee all’oggetto sociale, e che ai migranti veniva dato cibo scaduto.
Le tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono state emesse dal gip Lucia Graziosi, su richiesta del pubblico ministero Fabrizio Gaverini. Nel corso delle indagini, condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, sono emersi elementi probatori a carico anche di ulteriori 38 persone, tutte indagate e destinatarie di informazioni di garanzia.
L’autorità giudiziaria ha anche disposto un primo sequestro preventivo di una somma di circa 130 mila euro, in attesa di quantificare l’ammontare esatto del guadagno illecito attraverso lo studio dei documenti sequestrati nel corso dell’operazione condotta questa mattina.