Violenza di gruppo su una giovane: l'imputato condannato a 7 anni, ma è introvabile
Era il 2016 quando una ragazza nigeriana venne ospitata da due connazionali a Cologno al Serio. Le fu chiesto un rapporto, ma lei si rifiutò. Allora la violenza
L'accusa è di violenza di gruppo e per l'imputato sono scattati sette anni di carcere; per l'altro ragazzo coinvolto nella vicenda, quattro. Davanti al collegio del presidente Giovanni Petillo con i giudici Patrizia Ingrascì e Laura Garufi ha retto la versione resa dalla parte offesa nell’incidente probatorio, ma né la ragazza violentata, né il suo fidanzato e neanche l'imputatosi si sono presentati. Sembrano spariti.
Ospitata in casa dei due
Come riporta il Corriere Bergamo, i fatti risalgono a più di cinque anni fa. Il 16 gennaio 2017, la ragazza nigeriana, allora ventenne, era ospitate di due connazionali a Cologno al Serio ed era stato proprio il suo ragazzo a chiedere loro il favore di accoglierla. In quella stessa casa vivevano anche altre tre donne, le fidanzate dei due e la sorella di uno. Tutti hanno tra i 20 e i 25 anni.
Il rifiuto e la violenza
La prima sera sembra non essere successo nulla, se non qualche contatto fisico. La situazione precipita il giorno successivo, quando le tre donne sono fuori casa. Uno dei due ragazzi chiede quindi alla giovane ospitata di avere un rapporto sessuale. Cento euro in cambio. Lei rifiuta. A quel punto scatta la violenza. L'imputato riesce ad attirare la vittima in camera, dove l'amico, complice, la afferra per le braccia. Mentre quest'ultimo la tiene ferma, l'altro la violenta. L tolgono il cellulare e quindi lei riesce a raccontare tutto al fidanzato solo il giorno dopo e insieme vanno a denunciare, ma nessuno viene arrestato.
Il racconto della ragazza è «Lineare e attendibile»
Per il pm, il racconto della ragazza «è lineare e attendibile». C'è anche un referto medico che parla di importanti ecchimosi, quindi lividi, trovati sul braccio della ragazza il giorno dopo. Non concorda l’avvocato dell'imputato Paolo Santifaller che ha chiesto l’assoluzione con la vecchia formula dell’insufficienza di prove.Inoltre, ha elencato alcune anomalie, come il fatto che alla ragazza il cellulare sarebbe stato restituito prima di mezzanotte e lì dell'atto sessuale non ci sarebbe traccia. Il suo complice, con l’avvocato Benedetta Pala, avrebbe sollevato questioni sulla traduzione dall’inglese delle deposizioni, negando tutto e parlando di una ripicca contro di loro, perché non la volevano ospitare.