Vittoria storica

Vittoria storica: la lavoratrice licenziata dalla Rsa di Calcio dopo un ictus verrà reintegrata

La sessantaseienne era stata allontanata dopo essere stata colpita da ictus. Tornerà al lavoro e riceverà un rimborso

Vittoria storica: la lavoratrice licenziata dalla Rsa di Calcio dopo un ictus verrà reintegrata
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Era stata licenziata poiché definita «inutile all'attuale organizzazione» dopo essere stata colpita da un ictus. A quasi un anno di distanza, il Giudice del Lavoro di Bergamo ha annullato il licenziamento di G.R. che verrà quindi rimborsata e reintegrata nel personale della RSA di Calcio, presso cui Cisl Fp aveva aperto una vertenza e proclamato lo stato di agitazione.

Una vittoria storica: il tribunale bergamasco condanna la Fondazione Don Carlo Zanoncello Onlus a risarcire il danno attraverso il pagamento di una «indennità commisurata all'ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione» e al versamento - per lo stesso periodo - dei contributi previdenziali e assistenziali, oltre che ad altre spese di natura legale.

Di fatto il Giudice, Sergio Cassia, ha riconosciuto alla OSS sessantaseienne della Rsa di Calcio (che è stata assistita dagli avvocati Pizzigoni e Pesenti) la veridicità delle sue affermazioni e una condizione sanitaria che pur impedendole parte delle mansioni non le pregiudicava una assegnazione a compiti comunque previsti dall'organizzazione della struttura. Rendendo quindi nullo il licenziamento dalla Zanoncello.

«Vittoria storica. Ora tuteliamo l'altra lavoratrice licenziata»

«È stata davvero dura - dichiara Giulio Pennacchia, sindacalista di Cisl Fp -, ma abbiamo ottenuto uno dei pochi casi di reintegro nella posizione precedente. Una vittoria "storica", soprattutto per G., che ci raccontava di essere stata avvicinata dal direttore che le ha detto "lei non serve più". È stata davvero dura sopportare 17 mesi di cassa integrazione con uno stipendio da fame. Hanno provato a farla sentire sbagliata, inadeguata ma alla fine ha vinto lei».

La donna non sarebbe nemmeno l'unica lavoratrice ad essere stata licenziata dalla stessa Rsa. «Una lavoratrice storica. Ancora una - è il commento di Pennacchia -. L'ha fatto perché la ritiene in esubero. Noi le vere ragioni le conosciamo e le riferiremo al Giudice. Adesso dedichiamoci a tutelare lei».

La sentenza nei confronti della lavoratrice licenziata ora apre anche un altro fronte nella battaglia sindacale all’interno della struttura di Calcio. «Leggendo la sentenza di condanna della RSA – dice ancora Pennacchia - tra stipendi, oneri riflessi, contributi mancati, parcelle degli avvocati di parte e controparte, stimiamo più di 35 mila euro da rifondere. E adesso chi paga? Con quali soldi? Con quelli degli incolpevoli ospiti, che tra l’altro hanno appena subito un aumento di 3 € al girono per la retta di degenza? Con quelli dei lavoratori?».

«La Direzione - conclude il sindacalista - ci ha appena comunicato che ci sono problemi economici e che pagherà gli arretrati contrattuali in sette rate, ma non ci risponde alla domanda in merito al fatto se il direttore ed il consulente per la formazione ricevono o meno dei compensi e, se sì, in che entità e in che forma. Se in Rsa esistono stipendi da più di tremila euro lordi al mese. Attendiamo che chi di dovere ci metta al corrente di quanto chiediamo da tempo».

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