La tragedia

Omicidio in Liguria: Alfredo Zenucchi confessa di aver ucciso la moglie

Il 57enne, originario di Peia nella Val Gandino, aveva sposato la donna lo scorso marzo. Una coppia riservata. «Volevamo farla finita, ma non ce l'ho fatta».

Omicidio in Liguria: Alfredo Zenucchi confessa di aver ucciso la moglie
Pubblicato:
Aggiornato:

«Volevamo farla finita insieme. Avrei dovuto prima uccidere lei, poi togliermi la vita. Ma alla fine non ce l'ho fatta». Una spiegazione molto netta  quella fornita agli inquirenti da Alfredo Zenucchi, il bergamasco di 57 anni (compiuti la scorsa giornata), fermato dai carabinieri con l'accusa di aver assassinato la moglie Rossella Cominotti, 53 anni, e poi essersi dato alla fuga.

Spariti dal paese, poi la tragedia

Originario di Peia, in Val Gandino, l'uomo non ha opposto resistenza quando ieri pomeriggio (venerdì 8 dicembre) i militari lo hanno fermato. Era a bordo della sua Citroën C3 bianca, in località Terrarossa di Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara.

L'uomo era partito con l'auto all'alba dall'albergo di Mattarana, nello Spezzino, dove in mattinata la donna delle pulizie ha trovato la consorte in posizione composta sul letto, con la gola tagliata e un rasoio da barbiere accanto.

Dopo l’interrogatorio, il fermo di Zenucchi è stato convalidato. L’accusa è omicidio volontario. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Massa Carrara.

Tante le ambiguità di questa vicenda, dai contorni ancora poco chiari. Secondo quanto emerso la coppia, che aveva rilevato un'edicola a Bonemerse nel Cremonese, il 28 novembre scorso aveva abbassato le serrande in anticipo alle 16.30, lasciando un cartello che avvisava della chiusura per motivi famigliari.

Poco dopo, alle 16.48, le telecamere avevano inquadrato l'auto che si allontanava. La coppia era partita alla volta della località ligure, secondo quanto sostiene il marito forse già con l'intento di compiere un gesto estremo.

Il giorno dopo, notando i giornali accatastati all'ingresso, ai cittadini è venuto un dubbio. Il sindaco, allarmato, era riuscito a contattare dei parenti, che avevano diffuso un annuncio sui social per cercare di ritrovarla, spiegando che non rispondeva né alle chiamate, né ai messaggi Whatsapp, così come il marito. Il primo cittadino, in seguito, aveva mandato una signora a cercarla a casa sua. Non trovandola, temendo il peggio, si è recato in caserma per sporgere denuncia di scomparsa.

Sconosciute le motivazioni

Le possibili motivazioni di quanto accaduto, al momento, non sono ancora certe. Forse alla base della tragedia c'erano problemi di coppia, oppure di tipo economico. Magari l'edicola non permetteva grandi incassi, del resto per queste attività non è un periodo molto redditizio. Sembra confermato però che Rossella fosse in arretrato con le spese condominiali ed era risultata irreperibile ai solleciti.

I novelli sposi, comunque, non erano mai stati sentiti da nessuno litigare e non avrebbero mai dato alcun segno di un rapporto problematico.

Il passato della coppia

L'uomo, originario della zona della Val Seriana, aveva passato lì la sua infanzia e adolescenza ed era stato anche portiere per l'oratorio Leffe. Ha ancora dei parenti da quelle parti, una sorella e due cugine che gestiscono una latteria.

Lui, però, si era allontanato ormai da tempo da quel posto. Il 9 marzo scorso aveva sposato Rossella. Lei, originaria di Rivarolo Mantovano, aveva vissuto a Cremona, dove aveva lavorato come parrucchiera. Se la ricordano come persona gentile e brava nel suo mestiere, ma al tempo stesso schiva e spesso taciturna. Abitava in un appartamento a Cavatigozzi, quartiere alle porte della città, al piano terra di un condominio, le portefinestre che si affacciano su un piccolo giardino.

Il locale l'aveva ereditato dall'ex compagno, poi morto per cause naturali. Lì era andato in seguito a vivere con lei il bergamasco arrestato. Appassionata delle canzoni di Vasco Rossi, Rossella partecipava molto spesso alle feste di paese e aveva avuto diverse relazioni sentimentali tormentate. Poi c'era quella passione per i cani che salvava dalle strade per tenerli in giardino.

Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi

A Bonomerse, Zenucchi e Cominotti sono descritti come persone normali, riservate. I vicini raccontano di aver avuto una sola discussione con Zenucchi per i cani che vivevano nel giardino incolto. Lite in cui l'uomo era parso piuttosto aggressivo.

Seguici sui nostri canali