«Che acqua, ma ne è valsa la pena»

Stadio, volti bagnati e cronache di una notte di diluvio ed euforia

Stadio, volti bagnati e cronache di una notte di diluvio ed euforia
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Non c'è pioggia che scalfisca l'entusiasmo della curva, né vento rigido capace di infreddolire il calore del Comunale, entusiasta per la splendida rimonta dell'Atalanta sulla Lazio. Una gara imprevedibile, accompagnata dal consueto sostegno canoro e umano dello stadio, sempre più fortino dei ragazzi di Reja, che qui si sono sudati 13 dei 17 punti che hanno in classifica. Il canovaccio dei supporters è sempre il solito, un susseguirsi di applausi, cori, silenzi ed emozioni già visto ma sempre in grado di affascinare. E oggi sui social network il ritornello è il seguente: "Abbiamo preso tanta acqua, ma ne è valsa la pena".

L'annuncio delle formazioni. In curva, la gara si scalda sin dalle 20.30, quando inizia a formarsi un notevole capannello di persone sugli spalti. La pioggia non accenna a smettere ma iniziano a sentirsi i primi schiamazzi degli ultras più caldi. In pochi minuti gran parte del settore si riempie, giusto in tempo per gustarsi il video dedicato ai giovani tifosi nerazzurri. La musica è alta, ma non riesce a coprire i vocalizzi dei tifosi. Quando poi le squadre vengono annunciate, il commento della curva è immediato e puntuale: taglienti i fischi all'undici laziale, almeno quanto calorosi sono gli «olè» per gli atalantini. È l'occasione buona per far partire il primo coro, quando ormaiil settore si è riempito. Ora la colonna sonora di applausi e cori è costante e decisamente più emozionante dei jingle pre-partita. Le note di "What ever you want" accompagnano l'ingresso delle squadre in campo: ora sì che non si sa se guardare la Nord o i giocatori schierati.

La rete di Biglia. Pronti via, ed è una girandola di voci, inni e sostegno. Al 6° un tiro di Gomez fa traboccare per un istante l'emozione. Poco dopo un pericolo nella area di Sportiello scatena le preoccupazioni, condite da mugugni e fischi per distrarre gli avversari. Verso il 10' un fallo fischiato contro fa arrabbiare la Nord, mai quanto, però, quello del 14': lì la polemica è fortissima, perché il calcio di punizione concesso alla Lazio è preciso a scavalcare la barriera, regalando lo 0 a 1 agli ospiti. Ma non passano due secondi e la curva è già carica. C'è giusto lo spazio per un breve commento contro l'arbitro, ma prevale decisamente la volontà di incitare i propri: «E Atalanta facci un gol! È la Nord che te lo chiede...».

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Atalanta-Lazio, foto dallo stadio e dalla curva

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Atalanta-Lazio, foto dallo stadio e dalla curva

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Atalanta-Lazio, foto dallo stadio e dalla curva

«Devi sempre solo vincere». Si va avanti tra fiato trattenuto e grida a pieni polmoni. Come accade al 20', quando una bella palla in mezzo da punizione viene sfiorata Stendardo, con l'eco di stupore e il rammarico ad accompagnare la sfera che sfila a lato. «Devi sempre e solo vincere!», è il mantra che sale, sempre più impetuoso, dalla nord. I giocatori paiono giovarne. De Roon recupera una bella palla; tra gli applausi, dietro si soffre, senza però imbarcare. Lo stadio si ammutolisce quasi per la punizione nerazzurra al 31'. Il gol non arriva, ma il tifo ne esce galvanizzato. Verso il 34' Candreva subisce fallo e grida sonoramente: lo stadio sembra rispondergli. Antonio pare capire l'antifona. Al 41' Moralez subisce fallo ma nessuno se ne accorge. Anche in tribuna alcuni tifosi sbraitano imbufaliti contro il direttore di gara. Al 44' altra brutta entrata su de Roon: il signore di prima stavolta schiuma di rabbia: «Arbitro, visto niente?».

Caccia al pari. Si va negli spogliatoi, e quando le squadre ritornano in campo il leit motiv non cambia: «Ooo Atalanta alé ooo...» è  il coro che caratterizza i primi minuti della ripresa. Al 48' Pinilla ha una buona palla ma il tiro non impensierisce Marchetti. Le voci della Nord non conoscono sosta, componendo un'epica colonna sonora alle fatiche atalantine, schiacciate da un avversario forte in una notte di pioggia intensa. Al 51' Gomez cade in area ma non è rigore: il pubblico lo sa e non protesta. Un minuto dopo arriva il bel tiro di Moralez, che Marchetti para in due tempi. Lo stadio ribolle e l'Atalanta guadagna metri, come un condottiero sospinto dall'abnegazione dei suoi uomini che lo seguono un passo dietro. Grande entusiasmo sul doppio corner battuto al 59', purtroppo senza esiti. La squadra sta ora ben più alta in campo e la gente in tribuna ora ci crede: il pareggio non sembra un'utopia. «De Roon è una forza della natura», dice uno. Il boato sale quando, al 62', Pinilla abbozza un tiro e poi incita i tifosi.

Il finale, elettrico. Poi finalmente, ecco che la gioia può esplodere. È il 68' quando Gomez mette in mezzo un tiro potente, Basta s'incespisca e devia in rete. E lì tutti si alzano in piedi per festeggiare: a Bergamo è tornato il sereno (figurato, a dire il vero, perché in realtà piove sempre di più). Finalmente i visi si distendono, ma basta un disimpegno ritardato di Sportiello a far salire la paura: «Muoviti!». La Lazio ora è costretta a giocare di più e la tensione del pubblico si fa palpabile, rotta solo da qualche bel disimpegno accolto dagli applausi. I minuti volano grazie ai continui ribaltamenti di fronte. La gente soffre e si esalta di continuo. Si arriva così al lampo più bello, al minuto 85, quello del tiro liftato di Gomez. È il vantaggio! Una scarica elettrica percorre l'aere, il boato si fa costante. «Finché vivrò canterò forza Atalanta!», è l'incessante ritornello che arriva dalla curva. E poi, ancora lui, il marchio di fabbrica: «Devi sempre e solo vincere!». Vengono i brividi. I tre minuti di recupero vanno via senza troppi patemi e quando l'arbitro fischia è fatta: tutti a casa a festeggiare. Se c'è ancora un po' di voce.

 

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