Zanica ha salutato "a porte chiuse" Giuliano Bana, che giocò nelle giovanili della Juve
Il sindaco: «Grandi doti tecniche, appassionato e intenditore di calcio. Dispiace l’impossibilità di un funerale. Idealmente metto il lutto al braccio». Facoetti: «Sapeva far bene il calciatore e, sopratutto, l’allenatore. Metteva tutto se stesso nell'insegnare ai ragazzi. Sorpresi dalla scomparsa»
di Matteo Simeone
Ci ha lasciati Giuliano Bana, nome noto nell'ambiente calcistico zanichese. A darne la notizia è il primo cittadino, Luigi Locatelli, che scrive: «Di questi tempi fatti di incontri rarefatti, molti non avranno saputo della morte di Giuliano Bana. Persona discreta, timido fino a sembrare misantropo, era in realtà uomo di grande umanità».
«Già giocatore delle giovanili della Juventus, dalle grandi doti tecniche che supplivano a un fisico non proprio da corazziere, era restato un grande appassionato e intenditore di calcio. Spiace sapere che ieri sera (domenica 8 marzo, ndr), mentre la sua Juve vinceva a porte chiuse, lui se n'era già andato. Anche lui ci lascerà a porte chiuse, data l’impossibilità di un funerale. La Juve non metterà al braccio il lutto per uno dei suoi giocatori delle giovanili, ma io idealmente me lo metto perché se lo meritava», conclude il sindaco.
Se n’è andato proprio l’8 marzo, Giuliano. Che, come si diceva, è uno dei tanti talenti calcistici che Zanica ha sfornato. Un altro di questi è Alvaro Facoetti, che ha militato per alcune stagioni in Serie C. Proprio Alvaro ha tracciato un ricordo di Bana, partendo dalla sua carriera: «L’ho conosciuto grazie ad amicizie comuni nel mondo del professionismo. Era della classe 1955. Ha seguito la trafila delle giovanili a Ponte San Pietro».
Quindi, negli anni del settore giovanile, la svolta: «È riuscito a farsi notare e a indossare la maglia della Juventus. Con i colori di Torino è riuscito ad arrivare a giocare fino in Primavera. Era un centrocampista dotato di grande tecnica: non era grosso, ma con le sue doti sopperiva a quello che gli mancava sul piano fisico. A chi potremmo paragonarlo oggi? A un Pjanić, a livello di caratteristiche».
Vestire la maglia della Juve poteva essere per lui un trampolino di lancio verso il calcio professionistico. Invece qualcosa è andato storto. Continua il racconto Facoetti: «Purtroppo nel calcio capita che si formino rivalità all'interno degli spogliatoi. Giuliano è stato vittima di uno di questi, rimanendo un po’ escluso dal gruppo principale e non riuscendo a salire in Prima squadra».