Agguato ai partigiani e radio clandestine, il ricordo a Gandino
Con l'Anpi Valgandino si commemora l'uccisione, nello stesso giorno del 1944, dei partigiani Giovanni Cazzaniga e Tolmino Fontana
L’amministrazione comunale di Gandino ha avviato sin dal 2023 un programma di iniziative per commemorare l’ottantesimo anniversario della Resistenza, dall’occupazione nazifascista fino alla Liberazione, il 25 aprile 1945. Giovedì 11 luglio alle 20, in collaborazione con l'Anpi Valgandino, una nuova tappa di questo percorso con la commemorazione dell'uccisione, nello stesso giorno del 1944, dei partigiani Giovanni Cazzaniga e Tolmino Fontana avvenuta all'uscita della trattoria Trani in via Opifici a Gandino.
L’iniziativa ha idealmente ripercorso gli eventi succedutisi dopo l’8 settembre 1943, quando entrò in vigore l'armistizio di Cassibile (firmato dal governo Badoglio I) del Regno d'Italia con gli Alleati della seconda guerra mondiale. L’Italia non fu più ufficialmente alleata della Germania nazista.
«Dopo l’occupazione nazista - scriveva Giovanni Berta nel libro “Per non dimenticare” - all’antifascismo si unì l’amor patrio e il desiderio di liberare l’Italia dallo straniero. Da questi due sentimenti nacque la Resistenza. […] Anche nella Bergamasca, come in tutta Italia, dopo l’8 settembre, le valli si popolarono di bande partigiane».
Il luogo dell'agguato
Giovanni Cazzaniga
Tolmino Fontana
La storia dei partigiani uccisi a Gandino
Nelle scorse settimane, il 10 giugno, Gandino ha ricordato con una riflessione fra musica e parole, il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Giovedì 11 luglio verrà invece commemorata l’uccisione dei due partigiani. a Gandino «Alcune donne del paese - raccontava Iko Colombi, storico gandinese scomparso nel 2020 - avevano fatto conoscenza con uomini forestieri dall’apparenza distinta. Si dissero interessati a raggiungere in montagna le formazioni partigiane. Ottennero di incontrare all’allora Trattoria Trani il partigiano Giovanni Cazzaniga “Maistrak”, la cui famiglia risiedeva in zona».
«Arrivò accompagnato da un giovane cremonese, Tolmino Fontana “Magnanino”, da poche settimane sui monti - prosegue così il racconto -. Si rivelò una tragica imboscata: Cazzaniga fu ucciso immediatamente, mentre Fontana cercò scampo in una via vicina, ma, colpito alla schiena, fu finito alla testa. I corpi privi di vita restarono a terra: era mezzogiorno e volontà dei fascisti era far sì che gli almeno mille operai che uscivano dagli opifici vedessero la fine che spettava a “quei fuorilegge”.»
«La salma di Cazzaniga fu portata in casa dal padre, mentre quella di Tolmino fu raccolta pietosamente dall’allora curato don Francesco Ghilardi, assistito da alcuni volontari. Giovanni Cazzaniga aveva solo 21 anni, mentre Tolmino Fontana era originario di Robecco d’Oglio (Cremona), ultimo di diciotto fratelli. Sin dopo la guerra la sua identità restò sconosciuta, ma con annunci sui giornali cremonesi, i gandinesi rintracciarono la famiglia».
Il 3 settembre 1946 la Corte d’Assise di Bergamo condannò per l’omicidio a sedici anni e otto mesi (con il condono di un terzo della pena) Giuseppe Isoretti e Gaetano Perola, ex militi repubblichini della cosiddetta “Banda Resmini”. Furono invece assolti gli altri due accusati Mangialardo e Giudici.
La radio di via Mazzini, chiusa dai fascisti
La serata proseguirà alle ore 20.45 nel Salone della Biblioteca di Gandino dove verrà approfondito il tema delle radio clandestine nella Resistenza: hanno avuto un'importanza notevole nel far pervenire informazioni durante la lotta antifascista e nel sostenere il morale dei partigiani in lotta.
Anche a Gandino ci fu una di queste radio per iniziativa di alcuni giovani locali tra i quali Giuseppe Mosconi, classe 1927, medico del paese per molti anni. Questa radio, installata in via Mazzini, dalla fine del 1943 riuscì a diffondere Radio Londra fino ai primi mesi del 1944 quando venne chiusa a seguito di una delazione alla polizia fascista.