Ingegneria e Scienze Applicate

Cinque video dell'Università di Bergamo per avvicinare le donne alle materie scientifico-tecnologiche

Docenti e ricercatrici dell'Ateneo cittadino, in occasione dell'8 marzo, si raccontano per vincere stereotipi e pregiudizi di genere

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In occasione della Festa della Donna, che cade proprio oggi, martedì 8 marzo, il Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate dell'Università di Bergamo ha voluto raccontare cinque storie di ingegnere e donne di scienza per promuovere la presenza femminile nelle cosiddette materie STEM (le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi campi di studio). In una serie di video, i volti e la voce delle docenti e ricercatrici puntano ad avvicinare le ragazze alle discipline tecnico-scientifiche e all’ingegneria, in particolare ai suoi percorsi di studio che vedono ancora una percentuale femminile bassa, come i corsi di laurea nell’ambito dell’Ingegneria Meccanica e dell’Ingegneria Edile offerti dal Dipartimento.

Giovanna Barigozzi, ingegnera meccanica e direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate; Simona Tonini, ingegnera gestionale con un PhD in Ingegneria Meccanica e professoressa associata in Fisica Tecnica Industriale; Rosalba Ferrari, ingegnera edile e ricercatrice in Scienza delle Costruzioni; Elisa Riceputi, fisica con un PhD in Ingegneria e Scienze Applicate e ricercatrice in Elettronica; Chiara Passoni, ingegnera strutturista e ricercatrice in Tecnica delle Costruzioni: sono loro le cinque donne protagoniste dei video che raccontano la loro scelta di studiare queste materie e il percorso che le ha portate ad assecondare il loro talento e a diffondere oggi, nel loro ruolo di docenti e ricercatrici, questa passione per le discipline scientifiche.

«Avvicinare sempre più studentesse e studenti alle materie STEM rappresenta un impegno strategico del nostro Dipartimento, che realizziamo grazie a tante attività svolte in collaborazione con le scuole superiori del territorio, come l’iniziativa “openING. Pillole di ingegneria per progettare il domani”, che offre seminari didattici e workshop tenuti dai docenti e ricercatori della nostra Scuola di Ingegneria - ha spiegato la professoressa Barigozzi -. Con questa iniziativa il nostro Dipartimento vuole impegnarsi ulteriormente nel ridurre il gender gap nelle materie STEM, valorizzando l’esperienza delle nostre docenti e ricercatrici in percorsi di studio tecnico-scientifici prevalentemente ad appannaggio degli uomini per scardinare stereotipi e pregiudizi di genere che ancora oggi possono condizionare la scelta del percorso universitario da parte delle ragazze».

Sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono indirizzi di studio tecnico-scientifico, che oggi, più di altri, riescono anche a garantire importanti prospettive lavorative. Secondo l’ultimo rapporto Istat che fotografa la realtà della formazione in Italia nel 2020, solo una donna su sei ha una laurea in queste materie: le donne che hanno un titolo in aree disciplinari scientifiche e tecnologiche sono il 17 per cento, mentre la percentuale sale al 36,8 per cento per gli uomini, con un’incidenza di uno su tre, esattamente il doppio delle donne.

Gli ultimi dati sulle immatricolazioni ci dicono che la presenza femminile nei percorsi STEM tende ad aumentare, ma il divario rispetto agli uomini non diminuisce: secondo l’ultimo Rapporto di Genere di AlmaLaurea nell’a.a. 2020/2021 le donne immatricolate in percorsi STEM sono il 21 per cento, mentre gli uomini sono sempre il doppio (42 per cento).

Ci sono lauree STEM, inoltre, che vedono un gender gap ancora maggiore. Un divario che si riflette nei numeri degli immatricolati ai corsi di laurea del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate, incardinati nell’ambito dell’Ingegneria Meccanica e dell’Ingegneria Edile, dove la percentuale delle studentesse si attesta solo al 12,1 per cento (11,7 per cento nei corsi di laurea triennali e 13,4 per cento nei corsi di laurea magistrali). Se il Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate vede la percentuale più bassa studentesse fra tutti i Dipartimenti dell’Ateneo bergamasco (che registra una presenza femminile fra gli iscritti del 62,9 per cento), a livello di docenti e ricercatrici la situazione è ben diversa, a partire dalla dirigenza del Dipartimento, in mano a una donna.

Il Primo Bilancio di Genere di Ateneo mostra come nelle aree STEM, nelle quali la distribuzione del personale docente e ricercatore è tradizionalmente a sfavore delle donne, la presenza delle donne all’Università degli studi di Bergamo è superiore alla media nazionale: sia nelle aree più prettamente ingegneristiche (42 per cento nell’area dell’ingegneria civile e architettura rispetto alla media nazionale del 34 per cento e 22 per cento nell’area dell’ingegneria industriale e dell’informazione rispetto alla media nazionale del 18 per cento) che nelle materie scientifiche di base: Scienze Matematiche (36 per cento contro il 31 nazionale), Chimiche (50 per cento contro il 49 nazionale) e Fisiche, dove si registra il distacco più rilevante (50 per cento contro il 22 nazionale). In totale, la percentuale di donne docenti e ricercatrici nel Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate è del 34 per cento. Un dato in continua crescita, sia nei ruoli più apicali (negli ultimi quattro anni le docenti nel ruolo di Professoresse ordinarie sono passate dal 20 al 38 per cento) che fra le ricercatrici (passate negli ultimi quattro anni dal 24 al 39 per cento).

«Questa peculiarità ha portato sicuramente il nostro Dipartimento a sviluppare una sensibilità particolare verso le problematiche legate alla presenza delle donne nelle materie STEM, dalla quale è nata anche l’idea di questa iniziativa - conclude Barigozzi -. I pregiudizi che ancora allontanano le ragazze dall’ingegneria non hanno più oggi alcuna ragione di esistere, a maggior ragione in un mondo che evolve tecnologicamente e che ha cambiato anche il lavoro. Studiare ingegneria è inoltre ancora oggi una scelta vincente, perché garantisce un ingresso veloce nel mondo del lavoro e una carriera sicuramente di grandi soddisfazioni, sia per le donne che per gli uomini».

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