Giornata della memoria

«Così ho scoperto la grandezza di Lydia Gelmi Cattaneo»

La studiosa Chiara Bettinelli ha raccolto documenti sulla prima bergamasca proclamata "Giusta tra le nazioni". Salvò 500 ebrei

«Così ho scoperto la grandezza di Lydia Gelmi Cattaneo»
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di Ettore Ongis

«Nel 2019, nel castello di Valverde, con una compagnia teatrale di Bergamo abbiamo preparato uno spettacolo sul Decamerone. Durante i dieci giorni passati lì abbiamo conosciuto la famiglia Cattaneo, che abita nel castello. La proprietaria è Micaela Carrara, giornalista di Bergamo tivù. In un salotto c’erano una medaglia e una fotografia: Micaela ha spiegato che sua nonna era stata la prima bergamasca a essere proclamata “Giusta tra le nazioni” perché aveva salvato degli ebrei. Mi sono detta: con tutti gli spettacoli che si fanno per la Giornata della Memoria, possibile che nessuno abbia raccontato questa storia? Perché non ne sappiamo niente?».

Chiara Bettinelli è una studiosa e donna di teatro. Prima con DeSidera e ora a capo di Ucim distribuisce spettacoli di prosa e sceglie compagnie minori e spettacoli meno noti, proponendoli all’attenzione di un pubblico più vasto. È lei ad avere riscoperto Lydia Gelmi Cattaneo.

«Durante la pandemia - ricorda Chiara - c’è stato il tempo per aprire i cassetti. Sono partita dalle testimonianze della famiglia, da Micaela, da suo cugino Guido, figlio del figlio di Lydia, e dalla sorella di Guido, che ha preso il nome della nonna. Ho esaminato documenti e infine sono andata a cercare le persone che avevano conosciuto Lydia. A Gerusalemme sono riuscita a contattare Yona Amit, un’arzilla signora di 85 anni, che si è ricordata che da bambina era scesa da un treno a Ponte San Pietro e aveva fatto la discesa che conduceva alla casa “della signora Lydia”.

Qualche anno fa questa donna ha portato tutta la sua stirpe, figli e nipoti, da Gerusalemme a Bergamo perché ricordassero chi ha generato la loro famiglia. Ha fatto rivivere ai suoi cari tutto il percorso che lei aveva fatto, a Ponte San Pietro, al castello di Valverde, a Presezzo e da lì verso la Svizzera. Lydia – diceva Yona - non solo ha salvato la sua vita, ma ha salvato la vita di tutti quelli che sono venuti dopo di lei. Un viaggio che mi ha colpito moltissimo, perché è proprio vero che chi salva una vita salva il mondo intero» (...)

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