I cori in Lombardia sono stati completamente dimenticati
Il direttore dei Piccoli Musici di Casazza, Mario Mora, chiede una ordinanza specifica, come ha fatto la Regione Emilia Romagna.
Teatro, musica e canto: nonostante si parli di Fase 2, per la Lombardia è ancora chiusura totale. I cori in Lombardia sono stati dimenticati; nella sola Bergamo quelli in attività sono centinaia unitamente a numerose scuole private di musica. Nell’ultima ordinanza non se ne fa cenno alcuno. Mentre in altre regioni, come l’Emilia Romagna, ad esempio, sono state date indicazioni precise su come poter riprendere le attività dei corsi di teatro, musica e persino di canto; unici a rimanere esclusi sono gli strumenti a fiato. A Casazza, la scuola dei Piccoli Musici, ci crede. E accetta le iscrizioni per il prossimo anno scolastico fino al 26 giugno. La proposta riguarda corsi di strumenti e coro, per bambini e adulti.
«Se è vero che rimane problematico pensare all’attività concertistica - spiega Mario Mora, direttore della scuola e del coro - un pensiero sull’attività di studio lo si potrebbe fare. Noi disponiamo di un’aula grandissima e, mantenendo le dovute distanze, potrei fare incontri a sezioni separate e a giugno potremmo ritrovarci all’aperto nel cortile dell’asilo». Come dire che alla luce di quanto si sta facendo da altre parti, una decisione si potrebbe prendere anche in Lombardia. Nell’ordinanza dell’Emilia Romagna si legge che «la particolare tipologia di corso che non consenta l’uso della mascherina individuale, ad esempio nei corsi di teatro o di canto, occorre che la distanza interpersonale sia di almeno due metri fra i corsisti e fra corsisti e docenti. All’aperto, tale distanza può essere ridotta a un metro e cinquanta centimetri». Qualche genitore ha mandato una mail al ministro della Cultura Dario Franceschini per accendere l’interesse sul tema. Finora, però, non è arrivata alcuna risposta.
Il tema dei cori è molto sentito anche all’estero. In Germania si sono mossi i direttori dei cinque cori storici: Ratisbona, Dresda, Augusta, Windsbach e Monaco di Baviera. Si sono rivolti alle autorità nazionali per sottolineare come il blocco delle prove, dei concerti, delle tournée e delle sessioni di studio, rischiano di mettere in pericolo queste istituzioni secolari, patrimonio culturale e artistico nazionale, addirittura con il rischio della chiusura delle scuole. Per non parlare del danno economico.
«Sarebbe opportuno - sottolinea Mora - che anche da noi si facesse qualcosa». A chi chiedere aiuto? Alla politica locale che faccia leva perché in Lombardia si affronti anche questo argomento? Al comitato tecnico-scientifico che sta dettando le regole di comportamento sul contenimento del Coronavirus? Sta di fatto che l’Emilia Romagna insegna che un po’ di autonomia se l’è presa. Forse in Lombardia l’emergenza economica sta facendo dimenticare altre realtà, altrettanto importanti, come il teatro, la musica e il canto.