Il mistero

I "Promessi Sposi" ispirati da un poeta bergamasco amico di Manzoni?

Tommaso Grossi fu un intellettuale della Bassa Bergamasca, amico dello scrittore milanese con cui scambiava lettere

I "Promessi Sposi" ispirati da un poeta bergamasco amico di Manzoni?
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Il romanzo I Promessi Sposi potrebbe essere stato ispirato da un trevigliese: diversi dettagli, infatti, potrebbero essere stati ripresi da Alessandro Manzoni dalle sue conversazioni e lettere con il poeta Tommaso Grossi, noto intellettuale della cittadina della Bassa.

L'affascinante tesi sarà discussa dal giornalista Roberto Fabbrucci e dalla storica Sara Albergoni, il prossimo 12 giugno alle 16, nella sede dell'Auser all'ex Foro Boario. A riportare dell'evento in programma sono i colleghi di PrimaTreviglio.

I legami tra Manzoni e Grossi

Grossi, poeta romantico, era infatti cresciuto a Treviglio, ed era padre di Giuseppe, uno dei sindaci più importanti della città a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo. Il poeta era amico di Manzoni. Il giornalista Fabbrucci in un'edizione de Il Diario, aveva riportato stralci della corrispondenza provata tra i due intellettuali, nella quale l'autore del celebre romanzo chiedeva consigli all'altro sull'opera in costruzione e persino sul nome dei personaggi.

Tra l'altro, secondo Fabbrucci, sembra che la “Storia di Treviglio e della Gera d’Adda” dello storico Emanuele Lodi sia diventata una fonte d’ispirazione riguardo personaggi e nomi utili alla costruzione del libro.

Manzoni avrebbe attinto alle cronache, proprio in seguito alle discussioni con il poeta trevigliese: lui parlava di una figura che stava costruendo e l'amico, per aiutarlo, ricordava personalità storiche locali descritte da Lodi nel suo libro.

La Bassa Bergamasca nel romanzo

Tesi riprese, sullo stesso numero del Diario, anche dallo storico trevigliese Marco Carminati. Secondo lui infatti Bergamo, San Marco e persino Treviglio, Caravaggio, Brignano, Canonica e l’Adda comparirebbero anche nella corrispondenza epistolare che lo scrittore scambiava con l'altro. In ben sedici capitoli dei Promessi Sposi si farebbe riferimento ai luoghi della Bergamasca.

Manzoni, scrivendo a Grossi, non sapendo come chiamare uno dei bravi bergamaschi al servizio di Don Rodrigo, disse che non l'avrebbe lasciato in pace fino a quando non avesse trovato un nome di suo gradimento. Dato che nessuno di quelli che gli aveva proposto prima era per lui buono, lo esortava a impegnarsi. Alla fine nacque "Grignapoco", che finì nel romanzo.

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