Casa-Museo

I tesori del “Belvedì” di Alzano Lombardo tornano alla luce grazie a Elisa Ferroni

L’architetta veronese ha vinto il bando della Fondazione Giusi Pesenti Calvi: realizzerà un percorso per raccontare quanto conservato nella villa

I tesori del “Belvedì” di Alzano Lombardo tornano alla luce grazie a Elisa Ferroni

di Clara Scarpellini

Nel centenario della nascita del dottor Pesenti Calvi, la Fondazione Giusi Pesenti Calvi di Alzano Lombardo apre un nuovo capitolo: ha assegnato una borsa di studio per dare inizio a un percorso curatoriale per raccontare i tesori e la storia della casa-museo del Belvedere, “ol Belvedì” per i locali.

Il bando, chiuso il 14 agosto, ha finalmente un nome vincitore: Elisa Ferroni, architetta veronese con una formazione internazionale tra Roma e Londra e un curriculum che unisce esperienza e, soprattutto, tanta passione.

«Abbiamo trovato in Elisa la persona giusta – spiega Mariangela Carlessi, presidente della fondazione alzanese -. È competente, entusiasta e pronta a prendersi cura di un patrimonio che è tanto prezioso quanto complesso. Siamo felici di averla con noi».

Un percorso per raccontare

L’obiettivo finale non è solo esporre oggetti della tenuta, ma farli parlare. «Penso a un percorso permanente capace di far emergere le storie e le qualità materiali ed evocative degli oggetti, accostandoli, quando possibile, a mostre temporanee – ha raccontato Ferroni nelle premesse -. Un percorso alla portata di tutti, in grado di valorizzare gli oggetti non solo come testimonianze storiche, ma come punti di partenza per raccontare aneddoti e dettagli preziosi».

«Il principio curatoriale è il primo passo. Non partiamo subito dall’allestimento: vogliamo prima capire come dare un senso e una gerarchia a centinaia di pezzi diversi. Solo così potremo costruire un percorso chiaro», aggiunge la presidente.

I segreti delle 54 stanze

Il Belvedere non è solo una villa, è un vero e proprio scrigno di memorie. Cinquantaquattro stanze, di cui solo una parte oggi è visitabile, mentre il resto custodisce collezioni ancora sconosciute. Ogni porta chiusa nasconde potenzialmente un piccolo tesoro (…)

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