di Elena Esposto
Il programma del Donizetti Opera 2026 è stato presentato in anteprima oggi (giovedì 13 novembre), in una conferenza stampa a cui hanno partecipato Sergio Gandi, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Bergamo, Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti, Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti, Riccardo Frizza, direttore artistico e musicale del Donizetti Opera, e Paolo Fabbri, direttore scientifico del Centro studi donizettiani.

Presentazione in largo anticipo
La scelta di rendere pubblico il cartellone e aprire le vendite dei biglietti con così largo anticipo (l’edizione 2026 andrà in scena esattamente tra un anno, infatti) va nella direzione di rendere il Festival sempre più internazionale, intercettando non solo il pubblico fidelizzato (che già nell’edizione 2024 era composto per quasi il 25 per cento da stranieri), ma anche il turismo internazionale, che sempre di più considera Bergamo una meta di valore.
Frizza si è detto soddisfatto di aver raggiunto questo traguardo: «Penso sia doveroso, verso chi verrà a vedere il Donizetti Opera 2025 (al via domani, ndr), comunicare già le opere in programma per il 2026. Questo ci allinea con gli altri festival internazionali ed europei – ha affermato – e consente al pubblico, soprattutto quello che viene da lontano, di organizzarsi con calma».
«Il Festival ci abitua ogni anno a un’evoluzione – ha invece commentato Gandi -, non solo artistica, ma anche organizzativa. E ci consente di rafforzare il legame con una comunità che è certamente quella della nostra città e del nostro territorio, ma anche quella del mondo».
I “Carnet weekend” e i “Carnet sabato” dell’edizione 2026 saranno già acquistabili alla biglietteria del Teatro e prenotabili online da domani (14 novembre) al 30 novembre 2025.
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Ri-scoperte donizettiane
La stagione 2026 non avrà l’ampio respiro storico di quella di quest’anno, ha spiegato il professor Fabbri, ma si concentrerà, come una lente di ingrandimento, su pochi anni della carriera di Donizetti, dal 1826 al 1828.
Ad aprire le danze, al Teatro Donizetti sarà il melodramma L’esule di Roma, che andrà in scena il 13, 21 e 29 novembre 2026. «Un grande titolo», ha sottolineato Frizza, che sarà presentato in edizione critica e accompagnato dagli ultimi studi musicologici grazie alla convenzione con Casa Ricordi. «L’opera è stata il primo grande successo serio di Donizetti, anche se è raro trovarla nei programmi dei festival», ha continuato Fabbri. L’esecuzione sarà affidata ad Antonino Fogliani, direttore d’orchestra dal peso internazionale e che vanta una lunga frequentazione con l’opera donizettiana. La regia sarà invece curata da Katharina Thoma, per «portare uno sguardo tedesco su un’opera così profondamente italiana».
Novità assoluta sarà invece la Alahor in Granata, in scena al Teatro Sociale di Bergamo il 14, 22 e 27 novembre 2026, proposta nella nuova edizione curata da Edoardo Cavalli, che ne ha scoperto la partitura autografa nel 2023, al Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo. Per la prima volta, dunque, il pubblico potrà sentire l’opera così come fu pensata dallo stesso Donizetti nel 1826, dal momento che fino a oggi le rappresentazioni si basavano sulla partitura della messa in scena nel 1830 al Teatro Carolino di Palermo. La direzione dell’orchestra sarà affidata a Chiara Cattani.
Il terzo titolo in programma sarà Le convenienze ed inconvenienze teatrali, al Teatro Donizetti il 15, 20 e 28 novembre 2026. Alla bacchetta Alberto Zanardi, giovane talento che dal 2018 collabora con il Donizetti Opera in qualità di direttore musicale di palcoscenico.
Per ora i cast non sono stati rivelati e saranno una «sorpresa per la prossima primavera», ha concluso Frizza.