Il Grand Hotel di San Pellegrino apre eccezionalmente le porte nel fine settimana
Sabato 6 e domenica 7 è possibile immergersi nell’atmosfera liberty attraverso una suggestiva visita guidata che riporterà i visitatori a inizio ‘900
Sabato 6 e domenica 7 il Grand Hotel di San Pellegrino apre eccezionalmente le porte ai visitatori. Due giornate in cui sarà possibile immergersi nell'atmosfera liberty attraverso una suggestiva visita guidata che riporterà a inizio '900. Durante il tour si potranno ammirare gli affreschi riportati alla luce grazie all'intervento di restauro da poco concluso. Orario delle visite: 10, 11, 14.30 e 15.30. Per poter partecipare è necessaria la prenotazione scrivendo a info@orobietourism.com o chiamando l'infopoint di San Pellegrino Terme al n. 0345.21020 (necessario esibire il green pass).
Il Grand Hotel, commissionato dalla Società Anonima delle Terme e inaugurato nel 1904 ad opera dell’architetto Squadrelli, rappresenta per dimensioni e monumentalità uno dei migliori esempi di architettura liberty della Valle Brembana. Si tratta di un colosso di sette piani che all'epoca era provvisto di ascensori, luce elettrica, acqua potabile e telefono in tutte le stanze i cui arredi risultavano così sfarzosi da destare stupore e meraviglia anche tra gli aristocratici clienti. Qui soggiornarono grandi nomi della politica, della cultura e dello sport. Possiamo ricordare il generale Cadorna, gli scrittori Montale e Quasimodo, la Regina Margherita e la Regina Elena di Savoia e la grande Inter. Le stanze di lusso, il grande ristorante e i servizi all’avanguardia facevano di questa struttura una residenza d’élite.
Sul pavimento sono stati recentemente ristesi 1300 metri quadrati di parquet. Rovere incrociato, con disegni differenti nella stessa sala e fra le sale, come era un tempo. «Abbiamo preso i listelli originali, li abbiamo trattati e recuperati - racconta Angelo Belotti di Ab Parquet, ditta che ha eseguito i lavori -. La posa è stata complessa, perché in ogni sala c’è un disegno diverso ma continuo rispetto al precedente. Infine abbiamo passato la cera d’api». Per completare il recupero servirebbero una ventina di milioni, forse qualcosa in più. In ogni caso, tanti soldi. Ma stiamo parlando di un monumento nazionale.