Il poderoso Sant'Alessandro dell'artista Ivano Parolini, che ci chiama a risorgere
La tela alta cinque metri sarà esposta durante la festa del patrono. Usati cenere, terra e calce, doloroso richiamo alle vittime Covid
di Giuseppe Frangi
Non sappiamo quanto fosse alto e che corporatura avesse Sant’Alessandro. Sappiamo però che quando i soldati dell’imperatore per la prima volta tentarono di eseguire la sua condanna a morte a Milano, si spaventarono, al punto di fermarsi, perché quel condannato appariva loro grande «come un monte».
È forse questo il motivo per cui nell’immaginario di un artista come Ivano Parolini, il santo patrono di Bergamo ha preso le dimensioni di un gigante, un gigante che solo una tela alta ben cinque metri poteva accogliere. Così ha fatto: il grande Sant’Alessandro, realizzato in un capannone a Gandino è pronto ora per fare la sua apparizione in città, in vista della festa del 26 agosto. Lo vedremo nel luogo più pertinente: la chiesa sorta sul luogo, dove dopo quel primo fallito tentativo, la condanna a morte è stata purtroppo eseguita, quella di Sant’Alessandro in Colonna.
Parolini, naturalmente, per immaginare la sua opera ha indagato anche su altri fattori distintivi della figura del santo. Innanzitutto l’ha calato nelle vesti che erano le sue vesti: quelle del soldato. Alessandro era vessillifero della legione tebea, che prendeva il nome dalla città egiziana dove era nato, Tebe. Vessillifero significa che toccava a lui portare il vessillo di riconoscimento della sua centuria. Naturalmente lo portava stando in alto, in sella ad un cavallo, dal quale era più facile individuarlo. Sono tutti elementi finiti sul taccuino dell’artista e che hanno dato forma a questa immagine affascinante e poderosa, pronta per essere svelata in occasione dell’imminente festa.
È stato il prevosto, don Gianni Carzaniga, a volere l’opera di Parolini nella chiesa sorta sul luogo del martirio, per rendere omaggio al santo in un anno molto particolare. La città vuole voltare pagina dopo i tanti mesi bui segnati dal Covid, e l’energia del santo portato su grande scala, in sella al suo destriero può essere vissuto davvero come un segnale di ripartenza.