Presentazione il 18 maggio a Torino

In uscita il libro "Yara. Autopsia di un'indagine", per raccontare «come è davvero andata»

Nel testo, la criminologa Roberta Bruzzone e la giornalista Laura Marinaro provano a gettare luce su uno dei casi di cronaca più discussi

In uscita il libro "Yara. Autopsia di un'indagine", per raccontare «come è davvero andata»
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Quattro mani, quelle della criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone e della giornalista Laura Marinaro, per provare a gettare luce su uno dei casi di cronaca che hanno tenuto e continuano a tenere l’Italia con il fiato sospeso, di certo il più importante degli ultimi decenni per la Bergamasca.

È questo che cerca di fare il saggio Yara. Autopsia di un'indagine, libro edito da Mursia che verrà presentato per la prima volta al pubblico giovedì 18 maggio nel contesto del Salone Internazionale del Libro di Torino (ore 18.15, sala Ambra, Padiglione 1).

La criminologa Roberta Bruzzone

La ricostruzione del processo

Nel testo, le autrici ripercorrono le tappe del processo che ha rivoluzionato l'utilizzo del Dna nelle indagini per omicidio indicando come colpevole Massimo Giuseppe Bossetti, condannato in primo grado nel luglio 2015. A lui è stato ricondotto l'omicidio della ragazza di Brembate Sopra, scomparsa fuori dalla palestra del paese il 26 novembre 2010 e il cui corpo è stato ritrovato il 26 febbraio 2011.

Il testo «non fa sconti a nessuno»

«Abbiamo sentito l’esigenza di raccontare un’inchiesta unica nel suo genere nella sua interezza attraverso il racconto dei vari protagonisti. È un testo che non fa sconti a nessuno e che depura il racconto di ciò che è realmente accaduto da tutte le speculazioni che hanno cercato di intaccare la fondatezza della condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti», dichiara Roberta Bruzzone, psicologa forense, criminologa investigativa ed esperta in criminalistica applicata all’analisi della scena del crimine.

«C'è la realtà, come è davvero andata»

Laura Marinaro, giornalista professionista ed esperta in cronaca nera e giudiziaria, aggiunge: «Ho seguito le indagini e il processo puntualmente e senza alcun preconcetto. Ho raccontato il processo, in ogni suo grado, nell'unico modo in cui lo so fare, ovvero come cronista di giudiziaria. Il libro è nato proprio dall'esigenza di raccontarlo non solo dalle pagine di un giornale ma con un libro onesto intellettualmente in cui c'è solo la realtà di come è davvero andata. Niente altro».

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