quarto polo italiano

La cultura a Bergamo e Brescia (insieme): 3,2 miliardi di valore aggiunto e 55 mila occupati

I dati nello studio “Io sono Cultura” di Fondazione Symbola: la Capitale della Cultura 2023 è uno dei motori trainanti dell’economia

La cultura a Bergamo e Brescia (insieme): 3,2 miliardi di valore aggiunto e 55 mila occupati
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Come ben noto, l'anno venturo (2023) Bergamo e Brescia saranno Capitale italiana della Cultura. Un "titolo" eccezionalmente assegnato alle due città non per aver vinto l'apposito concorso, ma come forma di riconoscimento per essere state in grado di rialzarsi dall'enorme tragedia della prima ondata Covid, che colpì con terribile violenza le due province. Questo, però, non significa che Bergamo e Brescia non siano due città scrigno di grandi tesori culturali. Anzi.

Nei giorni scorsi, a Milano, è stato presentato lo studio intitolato "Io sono Cultura 2022", redatto da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, Fondazione Cariplo, Regione Marche e Istituto per il Credito Sportivo. E nell'occasione è stato spiegato che Bergamo e Brescia, insieme, sono il quarto polo italiano culturale italiano per valore aggiunto e occupazione.

Bergamo e Brescia, la cultura è un tesoro

La Capitale della Cultura 2023, che vede appunto Bergamo e Brescia riunite, è quindi uno dei principali elementi di traino, in valori assoluti, nell’economia culturale del nostro Paese e risulta determinante, subito dietro lo strapotere milanese, nel collocare la Lombardia, con più di 23 miliardi di euro e 343 mila addetti, ai vertici del panorama culturale italiano.

Scendendo più nello specifico, il settore cultura a Bergamo e Brescia sviluppa 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto (il 3,7 per cento del totale sviluppato dal nostro Paese), con 55.700 persone occupate nel settore (il 3,8 per cento del totale nazionale). La Capitale della Cultura 2023 è nelle primissime posizioni in Italia anche per sviluppo di attività “core” e “creative driven”, con un valore rispettivamente di un miliardo e 490 milioni di euro (il 3 per cento del totale nazionale) e un miliardo e 766 milioni di euro (pari al 4,4 per cento del comparto italiano).

Le reazioni di Gori e Delbono

Un dato che rende comprensibilmente orgoglioso il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «La cultura è innanzitutto strumento di crescita individuale e di coesione sociale, e fornisce fondamentali strumenti critici per affrontare i temi della contemporaneità, ma è anche un fattore decisivo per la crescita economica di dei territori. In pochi anni i settori culturali e creativi hanno guadagnato una posizione di primo piano nel quadro già eccellente dell’economia bergamasca, in stretto dialogo con la manifattura e il turismo. E lo stesso per Brescia».

Fa eco a Gori il primo cittadino della Leonessa, Emilio Delbono: «Da tempo, anche nell’industriosa Brescia abbiamo capito come la cultura crei valore. La cultura non è, o non è più, un settore in cui si investe a fondo perduto, ma è a tutti gli effetti un settore produttivo che genera valore economico oltre che di accrescimento per coloro che hanno l’interesse a usufruirne».

La Fondazione Symbola

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, commenta infine: «Bergamo e Brescia Capitale della Cultura ci aiutano a capire meglio il loro ruolo in Italia. Non solo un importante settore economico, ma un formidabile fattore produttivo per tutta l'economia».

Dal 2005, Symbola, attraverso ricerche, eventi e progetti, cerca di raccontare aziende e istituzioni che migliorano il Paese puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio. Il report “Io sono Cultura” è giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione e permette di analizzare l’evoluzione della filiera in termini di produzione di ricchezza e creazione di posti di lavoro.

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