"Napoli a Bergamo" è la prima mostra della nuova direttrice dell'Accademia Carrara
Martina Bagnoli si presenta: studio, ricerca e anticipazioni delle esposizioni future. Gori: «Scelta per l'idea di museo che vuole realizzare»
«La prima volta che sono entrata in Carrara, e sto parlando degli anni '80, ero troppo timida per pensare di diventare direttrice». Invece Martina Bagnoli, nata a Bolzano nel 1964 e che ha compiuto gli studi universitari all'estero, prima all'Università di Cambridge e poi alla Johns Hopkins University di Baltimora per il dottorato, è la nuova direttrice dell'Accademia Carrara di Bergamo. E questa, non è la sua prima esperienza di questo tipo.
«Qualità e competenza»
Come ha sottolineato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e presidente della Fondazione Carrara, intervenuto nella presentazione di questa mattina, mercoledì 7 febbraio, «la nuova direttrice ha grandi qualità e competenze. Ha un trascorso internazionale e prima di arrivare qui è stata direttrice delle Gallerie Estensi. Quando l'abbiamo scelta però, lo abbiamo fatto non solo per il suo curriculum, ma perché ci ha raccontato un'idea di Carrara e di sviluppo futuro del museo che ci ha convinto».
Dalle Gallerie Estensi alla Carrara
Il presidente della fondazione ha fatto riferimento al processo di selezione, iniziato lo scorso anno e che ha visto numerose candidature. Fra queste, è stata scelta quella di Bagnoli, che da più di sette mesi sta lavorando a fianco di Maria Cristina Rodeschini, ormai da pochissimo ex direttrice della Carrara. «La scelta di Bagnoli ci ha trovato tuti d'accordo - ha ricordato l'assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti -. L'aspetto che più mi ha colpito della carriera della nuova direttrice è stato il suo incarico alle Gallerie Estensi e quindi la sua specializzazione nella storia del collezionismo estense, che può essere un punto di partenza per valorizzare il nostro patrimonio».
L'affiancamento di 7 mesi
Gianpiero Bonaldi, general manager dell'Accademia, ha sottolineato proprio il lavoro fatto in questi mesi con il passaggio di testimone tra le due direttrici: «Stiamo lavorando insieme da qualche mese, in modo più intenso da qualche giorno. La nuova direttrice eredita una fondazione solida, in crescita, che in questi otto anni di vita ha lavorato sul patrimonio del museo con oltre venti progetti espositivi e più di 540mila visitatori. Sono sicuro che la Carrara, con la nuova direttrice e con il nostro team, possa crescere ancora. E questo è anche il mio augurio».
La promessa della direttrice
La parola è arrivata alla fine anche alla nuova direttrice, che subito ha spiccato per intraprendenza e voglia di raccontare la propria idea di Carrara. «La mia promessa - ha detto Bagnoli - è di continuare a lavorare affinché la Carrara possa essere punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. Intendo partire dal dna del museo quindi dalle collezioni e la storia del collezionismo legato a questa istituzione e al territorio bergamasco. Parlare di dna non vuol dire stare fermi, ma crescere e trovare nuovi nessi e nuove storie da raccontare».
Studio e ricerca
E c'è anche tanto studio e tanta ricerca in questa idea di Carrara: «Vorrei approfondire la conoscenza delle collezioni e restituirla al pubblico, portare avanti progetti di ricerca, la digitalizzazione dei cataloghi - inizia a elencare Bagnoli -. Mi piacerebbe avviare anche un progetto pilota con metodi di studio innovativi, basati anche sull'intelligenza artificiale e sui grandi modelli di raccolta e organizzazione dei dati che coniugano conoscenza umana e tecnologie». Uno sguardo al futuro che coinvolge anche le nuove generazioni con progetti che riguardano le scuole e i giovani «perché la consapevolezza del patrimonio fa parte della crescita civile».
Le anticipazioni
Infine, la nuova direttrice ha descritto la prossima mostra in programma alla Carrara dal 23 aprile al 1° settembre, Napoli a Bergamo, per poi anticipare anche qualche dettaglio della seconda e della terza, mostrandosi alla guida di un lavoro complesso che guarda già lontano. «Con questa mostra vogliamo approfondire l'importanza che ha auto la pittura napoletana a Bergamo a partire da un momento preciso, quando nel Seicento arrivò in città Luca Giordano, pittore partenopeo che stupì subito per il proprio modo di rappresentare il mondo. Fu come aver gettato un sasso nell'acqua, nel senso che la sua pittura provocò onde d'urto che arrivarono ad altri pittori e che si ritrovano anche in provincia (Stezzano, Clusone, Predore), grazie anche al suo allievo Nicola Malinconico».
Mi auguro organizzi anche una mostra "Bergamo a Napoli" nei musei di Napoli. Per reciprocità!